L’allarme del Fabbricone: “L’argine da 1 milione è inutile”
Gli abitanti di via Fabbriche: "L'acqua che ha invaso case e attività economiche non arrivava dallo Scrivia"
SERRAVALLE SCRIVIA — Durante l’alluvione del 21 ottobre, le case e le attività economiche del Fabbricone, a Serravalle, sono di nuovo andate a bagno. Si tratta di edifici che si trovano a poca distanza dallo Scrivia ma – come spiegano gli abitanti – il problema non arriva dal fiume. «I nostri alloggi vengono allagati dall’acqua che arriva dalla parte alta di Serravalle, dai centri commerciali e dal quartiere Ca’ del Sole, che sono al di sopra di noi», sostengono.
Monica Baiardi, residente in via Fabbriche, si è vista arrivare l’acqua in casa: «Le acque meteoriche non sono regimentate bene e scendono tutte verso di noi. Già nel 2014 eravamo stati alluvionati e da allora non è stato fatto alcun intervento serio per mettere in sicurezza questa zona. Invece è stato fatto un lavoro molto costoso (più di un milione di euro) per costruire un argine sulla sponda sinistra dello Scrivia». Secondo i residenti, però, il vero problema sarebbe causato dalla cementificazione delle colline: «Dove ora ci sono i centri commerciali e Ca’ del Sole, una volta c’erano solo campi che potevano assorbire le piogge senz’altro meglio di quanto non possa fare il cemento». Dice ancora Baiardi: «Due anni fa abbiamo avuto un incontro con il Comune di Serravalle e con i tecnici del Magistrato del Po. Avevamo spiegato perché l’opera che stavano per realizzare era sostanzialmente inutile. Non ci sono stati a sentire. Ora abbiamo la prova che, purtroppo, avevamo ragione noi».
Gian Luigi Gandini, ex assessore comunale e memoria storica del Fabbricone, sottolinea: «Il problema degli allagamenti della parte bassa di Serravalle va risolto a monte. Anche perché la linea spartiacque tra Novi e Serravalle passa all’altezza della ex fornace Cabella, in Barbellotta: tutta l’acqua al di qua finisce verso di noi». E c’è di più: «L’acqua che cade sui campi nella parte serravallese della 35 ter si incanala verso la strada anziché verso lo Scrivia, e ci arriva addosso anche questa».
Anche gli abitanti di Novi, Cassano, Villalvernia e Tortona dovrebbero prendere a cuore il problema: «Tutta l’acqua che arriva giù dalla collina di Serravalle, prima di invadere le nostre case e riversarsi sullo Scrivia, filtra attraverso i terreni dell’Ecolibarna, con la possibilità che le sostanze inquinanti finiscano nel fiume e quindi nei rubinetti di tutti», spiega Baiardi, che è presidente del comitato per la bonifica dell’ex discarica. «Il rio Negraro tra l’altro passa proprio in mezzo all’Ecolibarna – ricorda Gandini – e anche questa volta è esondato allagando prima il piazzale della fabbrica D’Amore e Lunardi, poi l’autostrada A7 e infine noi. Sul Negraro serve un intervento radicale».
In zona tra l’altro ci sono diverse attività economiche, come la carpenteria metallica Cf di Pietrangelo Cammarota o la Elettromeccanica Paini di Angelo Paini, pesantemente danneggiate.