Addio a Giuliano Smalti, portò la tv in val Borbera
Costruì un ripetitore artigianale per il parroco di Cabella, che voleva diffondere il programma di alfabetizzazione del professor Manzi
NOVI LIGURE – Aveva cominciato negli anni Sessanta, con un piccolo negozio di elettrodomestici in viale della Rimembranza a Novi Ligure. Successivamente si era specializzato, fino a diventare l’antennista per antonomasia. È morto l’altro ieri Giuliano Smalti, uno dei più noti artigiani novesi. Smalti è deceduto all’ospedale San Giacomo, dopo oltre un mese e mezzo di coma. Due operazioni non sono bastate a salvargli la vita: se n’è andato all’età di 77 anni, lasciando la moglie Gabriella Merlano e i figli.
Originario di Udine e “figlio d’arte” (il padre era maresciallo marconista nell’aeronautica), a Giuliano Smalti si deve l’arrivo del segnale Rai in alta val Borbera. Era stato lo stesso Smalti a rievocare quegli eventi, in un’intervista al novese poco più di un anno fa. Raccontava Smalti: «Erano i primi anni Sessanta e il mio negozio era frequentato da don Filippo Muzio, parroco di Cabella, che aveva un cruccio: non riuscire a far vedere in maniera accettabile il canale Rai ai suoi parrocchiani, in particolare il programma “Non è mai troppo tardi” del professor Alberto Manzi, per l’alfabetizzazione della popolazione».
Smalti iniziò a girare per i crinali della val Borbera, fino a quando scoprì che il segnale televisivo arrivava a Costa Merlassino, anche se molto debole. Lassù Smalti realizzò un ripetitore artigianale, che rimase in funzione per parecchi anni e la cui struttura regge ancora.