Anfitrione a teatro oggi è un politico senza scrupoli
Al Giacometti va in scena la classica commedia di Plauto rivista in chiave contemporanea da Sergio Pierattini
NOVI LIGURE — Un politico arrembante appena salito al potere grazie a un sorprendente e inatteso plebiscito: il protagonista della celebre commedia classica di Plauto che andrà in scena giovedì 16 gennaio (ore 21.00) al teatro Giacometti di Novi Ligure è un “Anfitrione” riletto in chiave contemporanea da Sergio Pierattini. E se Anfitrione è un politico, Sosia si è trasformato in un autista portaborse, mentre la bella Alcmena, moglie di Anfitrione e prossima first lady, è un’insegnante di scuola media di una piccola città di provincia.
Lo spettacolo – una produzione Valerio Santoro per La Pirandelliana in collaborazione con la fondazione Teatro della Toscana – si avvale della regia di Filippo Dini e delle musiche Arturo Annecchino; sul palco Gigio Alberti, Barbora Bobulova, Antonio Catania, Giovanni Esposito, Valeria Angelozzi e lo stesso Santoro.
Ma come si sono trasformati Giove e Mercurio, gli dèi che hanno dato vita al mito della nascita di Ercole grazie all’innamoramento di Giove per la moglie di Anfitrione? Giove, per avere Alcmena, fa vincere le elezioni ad Anfitrione il quale, quando arriva a casa destinato alla carica di presidente del consiglio, si trova alle prese con un intrigo che non è in grado di risolvere.
L’altalenarsi tra verità e inganno, intesi e malintesi, genera situazioni comiche, bizzarre e spiazzanti che fanno da specchio alle sempre più grottesche e disorientanti vicende del nostro presente. D’altronde “Anfitrione” è una commedia che ha appassionato tutte le epoche: una storia torbida nella quale si consuma il più ambiguo e il più perfido dei tradimenti, quello inconsapevole di una moglie che si concede tra le braccia di Giove al quale Alcmena, credendolo il marito, non può resistere. La struttura stessa della commedia sembra indurre lo spettatore a riflettere sul rapporto con noi stessi, con le nostre paure, ma soprattutto con il nostro doppio.