Cancellata la “Torre di carta”, gli editori contro Cuccuru
Le case editrici novesi contro l'assessore Cuccuru per la cancellazione della Torre di Carta, la fiera degli autori e degli illustratori
NOVI LIGURE — Le case editrici novesi contro l’assessore Costanzo Cuccuru per la cancellazione della Torre di Carta, la fiera della piccola editoria che negli ultimi anni ha animato la vita culturale della città. «Prima di prendere questa decisione abbiamo riunito gli editori locali chiedendo a loro proposte e miglioramenti ma non ci sono state idee», ha detto Cuccuru. L’assessore alla Cultura ha spiegato che l’attuale amministrazione comunale «pensa di fare qualcosa di più razionale e organizzato, anziché una serie di presentazioni di libri e di incontri a pioggia senza un comune denominatore». Sarà mantenuto l’appuntamento di dicembre in occasione della rassegna enogastronomica Dolci Terre: «La formula in quel contesto ha funzionato – ha concluso Cuccuru – ma ora dobbiamo concentrarci per organizzare una rassegna di richiamo».
La decisione di annullare la Torre di Carta ha deluso gli editori novesi, ma a farli infuriare è stata l’affermazione secondo cui non ci sarebbero state proposte per migliorare la manifestazione. Le case editrici Epoké, Joker, Puntoacapo e Vallescrivia scrivono che sono state convocate da Cuccuru solo una volta a settembre, e con poche ore di preavviso. Nonostante ciò, hanno «proposto numerose migliorie alla manifestazione». Ora la notizia che «una manifestazione che funzionava bene e aveva permesso a Novi di avere ospiti, libri e appuntamenti di rilievo abbinando attività sul territorio e nomi di rilievo nazionale è stata soppressa».
«Proporre e organizzare e eventi è compito delle amministrazioni, che dovrebbero avere a cuore la crescita culturale delle città e che dovrebbero affidarsi a persone competenti e che di professione si occupano di queste iniziative – scrivono gli editori – Se non si era soddisfatti del format bastava fare qualche semplice modifica».
A Novi Ligure, concludono Epoké, Joker, Puntoacapo e Vallescrivia, «ci sono tanti piccoli centri di fermento culturale che continueranno ad accogliere i nostri libri e i nostri autori. Ma a prenderci responsabilità di cui non abbiamo alcuna colpa non ci stiamo».