ECONOMIA – “Il quadro emerso dalla nostra consueta indagine mostra andamenti differenti a livello territoriale: se alcune province piano piano si stanno risollevando, per altre la situazione è ancora molto critica come nel caso di Torino. Complessivamente si rileva un ritmo di crescita troppo lento e poco incisivo perché si possa consolidare la ripresa”, ha dichiarato il presidente dell’Ance Piemonte e Valle d’Aosta Paola Malabaila in occasione della presentazione dell’indagine congiunturale per il primo semestre 2020 curata dal Centro Studi dell’Ance Piemonte e Valle d’Aosta.
Nel complesso le aspettative delle imprese risultano positive sull’occupazione e sul ricorso alla manodopera esterna mentre quelle sul fatturato sono pari a zero, con il 70% delle imprese che non prevede variazioni; permangono criticità per il reperimento della manodopera qualificata; aumentano le intenzioni di investimento, migliora leggermente il portafoglio ordini e i tempi di pagamento diminuiscono [clicca qui per vedere i dati delle previsioni per il l primo semestre 2020].
“Auspichiamo che i recenti finanziamenti assegnati al ‘Piano piccoli cantieri’ riescano effettivamente a migliorare la situazione del comparto pubblico che, come continuiamo a sottolineare, necessità di importanti provvedimenti di snellimento burocratico- specifica Elena Lovera, presidente del Centro Studi dell’Ance Piemonte e Valle d’Aosta. – Per quanto riguarda il settore immobiliare riscontriamo ancora difficoltà legate anche ai cambiamenti demografici in atto che vedono, secondo l’Istat, un calo delle popolazione che inevitabilmente influisce sull’edilizia abitativa. Solo le ristrutturazioni, grazie alle agevolazioni, registrano un segno positivo ma è importante che vengano rese stabili”.
“Le due velocità del Piemonte che sono emerse in questi primi mesi del 2020, trovano spiegazione nella gestione delle Amministrazioni comunali, più o meno efficiente e più o meno orientata ad investire sulla competitività e lo sviluppo dei territori mettendo in campo programmi di lungo periodo – aggiunge Malabaila. – Il nostro settore ha bisogno: di una stabilità normativa, di incentivi per la digitalizzazione del processo produttivo edilizio, del completamento delle opere infrastrutturali strategiche dando attuazione alla LR 4/2011 a sostegno delle imprese locali, di una strategia per lo sviluppo urbano sostenibile con una sinergia tra incentivi nazionali e regionali, della riqualificazione delle aree industriali dismesse con misure per demolizione, ricostruzione e soprattutto per la bonifica che ha costi molto elevati, di incentivi per la formazione per non perdere il know how acquisito e non dover reperire all’estero profili idonei, di protezione delle imprese sane e qualificate garantendo l’applicazione dei contratti collettivi nazionali”.