La notte passerà
Sarebbe bello poter dire che quella che stiamo vivendo è l’ora più buia di questa emergenza. Ma non lo possiamo fare, perché non lo sappiamo. Ciò che invece sappiamo è che le notizie che ci arrivano, e che si sommano in questa infodemia nella quale è sempre più complesso muoversi senza farsi male, dicono che la notte tenderà a farsi ancora più fitta. Tutti noi, spaventati da questo buio che ci ha catapultati in una dimensione estranea, speriamo il meno possibile.
Ma questa notte è anche maestra. Avvolti nelle nostre paure abbiamo compreso il valore della quotidiana normalità e ci siamo resi conto, dopo così pochi giorni, che la libertà non è un diritto scontato come abbiamo sempre creduto.
Di giorno è facile guardare, non sempre è scontato riuscire a vedere; di notte è difficile fare entrambe le cose: guardare e vedere. Eppure, se ci concentrassimo, se sintonizzassimo le nostre anime all’unisono, laggiù, nel buio più profondo, vedremmo il bagliore di un’alba che potrebbe segnare inevitabilmente l’inizio di un nuovo mondo. Potremmo ricalibrare i nostri valori, ribilanciare i pesi delle nostre pretese, dare una nuova consistenza alle nostre aspettative.
Ma ora servono coraggio, diligenza e capacità di sognare. Il coraggio è necessario per affrontare l’emergenza mondiale più dirompente dalla Seconda Guerra a oggi; la diligenza per salvaguardare la nostra salute e quella altrui rispettando tutte le norme (quelle imposte dai decreti e quelle del buon senso); la capacità di sognare, quell’esercizio intellettivo che ci permette di immaginare un mondo migliore al quale tendere.
Coraggio, diligenza e sogno: è tutto ciò che ci stanno chiedendo i nostri bambini con i loro arcobaleni che dai fogli, inevitabilmente, si sono trasferiti sulle mani, sui vestiti, sui pavimenti, sui muri, sui loro volti.
È tempo di farsi contagiare da quello spirito sognatore e temerario. Perché se loro ne sono convinti, dobbiamo esserlo anche noi: andrà tutto bene. Nonostante tutto.