OVADA – “Se Ovada uscirà indenne dagli eventi bellici, si costruirà l’Oratorio Votivo… Un Oratorio modello, di modo che chi verrà ad Ovada dovrà dire che non solo noi abbiamo una chiesa magnifica per pregare, ma abbiamo ancora un magnifico e moderno Oratorio per educare i nostri giovani.”. Era il 18 ottobre 1943 e con queste parole Monsignor Fiorello Cavanna, allora parroco di Ovada, convinse la comunità Ovadese a fare un voto: al termine della guerra, se la Divina Provvidenza avesse interceduto per l‘incolumità della popolazione, avrebbe costruito un nuovo ricreatorio. E così fu: diverse bombe caddero ad Ovada, ma nessuna esplose. Di fronte a questi fatti, nel 1945, si iniziò a progettare la costruzione dell’Oratorio Don Salvi, che aprí la sue porte ai primi corsi di addestramento nel 1950, grazie all’impegno di molti benefattori e all’aiuto di tutta la popolazione.
La storia di successo che raccontiamo oggi riguarda quindi tutti gli Ovadesi, che hanno costruito e lasciato alla comunità e alle future generazioni non solo un centro per i giovani, ma anche un messaggio di grande speranza e solidarietà. In questi giorni bui e incerti ci piace ricordare questa storia, per onorare la popolazione ovadese, a cui Casa di Carità Arti e Mestieri deve molto e tramandarne gli insegnamenti.
A tal fine i docenti del Centro stanno organizzando una formazione a distanza il più possibile fruibile e completa per i ragazzi dell’obbligo formativo e si tengono in contatto con gli adulti che hanno scelto i nostri corsi gratuiti, diurni e serali. “Vorremmo ricambiare con quello che possiamo in questo difficile momento” racconta la direttrice dell’Oratorio Raffaella Pastorino “ Stiamo lavorando per offrire a tutta la cittadinanza l’opportunità di seguire a distanza le nostre lezioni da lunedì prossimo (inglese, informatica, servizi in cloud, social, comunicazione) mettendo a disposizione tutto quello per cui i nostri nonni e genitori hanno allora investito con le loro forze e le loro disponibilità”.