Fiocco azzurro ai tempi del virus: “Duro partorire sola”
L'esperienza di una neo mamma che non ha potuto ricevere l'assistenza del marito
NOVI LIGURE — Andrea e Damiano sono nati lo scorso 30 marzo. Un “banale” parto gemellare come ne avvengono tanti. Ma in tempi di coronavirus non c’è proprio nulla di banale. «A cominciare dal percorso pre parto, che avevo seguito all’ospedale Galliera di Genova, poi chiuso per essere trasformato in Covid Hospital», racconta mamma Sonia Cavanna, 40enne originaria di Ovada che oggi vive a Novi Ligure con il marito Fabio Garzone, dipendente dell’Ilva.
Sonia racconta di essere stata dirottata sull’ospedale Gaslini, dove però la situazione non era facile per la presenza di numerose future mamme. Andrea e Damiano sono nati con un paio di settimane di anticipo, con il parto cesareo. «Sono entrata in ospedale il 29 marzo e ne sono uscita il 2 aprile – dice Sonia – A causa delle misure di prevenzione contro il coronavirus mio marito non è mai potuto entrare in ospedale e io sono rimasta da sola per tutto il tempo, anche durante il travaglio. È stato molto strano ed è un’esperienza che non raccomanderei a nessuno».
Il conforto arrivava soprattutto dal personale («sempre gentile e professionale») e dalle altre mamme, che erano nella stessa situazione. «Sono rimasta quattro giorni con la mascherina, in camera, togliendosela solo per mangiare e continuando a igienizzarsi le mani».