L’attuale Decreto del Governo dispone che parrucchieri ed estetiste potranno riaprire i loro negozi solo il 1° giugno, ovvero di lunedì, loro naturale giorno di riposo settimanale, quando il 2 è la Festa della Repubblica. Come dire, potete aprire il 3 giugno, tre mesi dopo la chiusura per l’emergenza Covid-19. Le professioniste ed i professionisti del settore benessere, così come gli stessi ristoratori sono ormai esasperati.
“Incomprensibile e inaccettabile” definisce così questa decisione il segretario generale di Confartigianato Imprese Cesare Fumagalli. La Confederazione era già intervenuta sul Governo con lettera indirizzata al Ministro dello Sviluppo Economico dello scorso 21 aprile, nell’ambito della quale erano stati posti in evidenza i rischi che sarebbero derivati dal protrarsi del periodo di chiusura delle imprese del settore, sia sul piano economico, alimentando fenomeni di abusivismo, a danno degli imprenditori corretti, che a livello di salute pubblica. “Confartigianato chiede di anticipare le aperture entro la metà di maggio e un piano di sostegno al reddito di titolari e dipendenti che si affianchi ai fondi per la ripartenza delle imprese”.
Confartigianato ha calcolato che l’effetto combinato di mancati ricavi a causa della chiusura e della concorrenza sleale degli abusivi nei mesi di marzo, aprile e maggio causerà alle imprese di acconciatura e di estetica una perdita economica di 1.078 milioni di euro, pari al 18,1% del fatturato annuo. Sarà molto difficile evitare ripercussioni sull’occupazione: i mancati ricavi mettono a rischio il lavoro di 49mila addetti del settore.
“Siamo contrari alla decisione del Governo in merito alla riapertura del nostro settore al 3 giugno, nei fatti – dichiara Stefania Baiolini presidente regionale di Confartigianato Benessere – La categoria degli acconciatori si sta rivoltando di fronte ad una risposta del genere che non ci si aspettava. Si pensava che il 18 maggio potesse essere una data ipotetica di riapertura. Una vera delusione: questo significa tre mesi totali di chiusura che possono mettere a rischio l’intero settore. A giugno potrebbero esserci due ipotesi: da una parte, c’è il rischio che alcune attività non ce la facciano e quindi non riaprano del tutto; dall’altra, invece, chi riapre riparte con forti difficoltà economiche. E non dimentichiamo il rischio di perdere la clientela, a causa degli abusivi che sono cresciuti in questo periodo esponendo la collettività a maggiori rischi di contagio. Come Confartigianato abbiamo stilato un vademecum incentrato sulla sicurezza, sui dispositivi e procedure da adottare per proteggere se stessi e la clientela e sulla contingentazione degli ingressi, ma tutto questo non è stato considerato dal Governo. C’è grande disappunto soprattutto perché fino ad ora il Governo ha erogato aiuti economici residuali ed assolutamente insufficienti a coprire le spese, in assenza totale di ricavi: è assolutamente indispensabile erogare a tutte le imprese un contributo a fondo perduto. Acconciatura ed estetica sono tra i settori più colpiti in questa fase e vanno pertanto aiutati maggiormente”.
Anche Adelio Ferrari, presidente provinciale di Confartigianato Alessandria, è sulla stessa linea: “Finalmente dal 4 maggio ci sarà la riapertura dell’edilizia e del comparto manifatturiero, già in affanno per la chiusura dei cantieri edili e la prolungata sospensione delle attività della filiera manifatturiera, ma lo spostamento dell’apertura dei servizi alla persona di un altro mese, è veramente un periodo troppo lungo, non giustificabile sotto il profilo della salute, in considerazione degli elevati standard di sicurezza che caratterizzano da sempre il settore benessere; inoltre l’accesso al credito rimane sempre difficoltoso con le moratorie partite a rilento, i finanziamenti concessi a pochi, esponendo le aziende più deboli al rischio di non riaprire più. Per questo chiediamo a gran voce di concedere la possibilità di apertura anticipata a tutti i parrucchieri ed estetiste sono pronti a mettere in atto protocolli di sicurezza, magari ancor più stringenti rispetto ai settori della manifattura e dell’edilizia che riapriranno dal 4 maggio. Riteniamo che il Governo dovrebbe risedersi al tavolo anche con i nostri rappresentanti per rivedere al meglio le date di riapertura di queste categorie”.