Tra bidoni e fatica, l’università studia i netturbini
In città gli operatori ecologici verranno dotati di un cardiofrequenzimetro per analizzare consumo di ossigeno e impegno fisico
NOVI LIGURE — Un cardiofrequenzimetro per misurare la fatica a cui sono sottoposti i netturbini a causa del nuovo sistema di raccolta differenziata “porta a porta”. Lo studio – a cui parteciperanno l’Università di Ferrara, la clinica del lavoro “Luigi Devoto” di Milano e Formula Ambiente (azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti) – partirà da Novi Ligure.
La raccolta dei rifiuti porta a porta si effettua ormai nel 64% dei comuni italiani e, anche se assicura una miglior differenziazione dei rifiuti, comporta un peggioramento delle condizioni di rischio degli operatori. Prima infatti, con la raccolta stradale, le operazioni venivano eseguite quasi esclusivamente dalle macchine, ora la componente manuale è tornata a essere preponderante. Le azioni di traino e spinta dei contenitori e il sollevamento dei mastelli creano una percentuale rilevante di infortuni sul lavoro che potrebbero essere limitati o eliminati se i turni e i percorsi venissero creati tenendo conto della “fatica” che ogni percorso, nelle diverse stagioni, comporta.
Inizialmente il test verrà effettuato sui lavoratori di Novi (tutti volontari e con l’assenso dei sindacati di categoria) e successivamente verrà esportato negli altri luoghi dove Formula Ambiente opera. Ad ogni operatore verrà fornito un cardiofrequenzimetro da applicare al petto, simile a quelli usati in attività sportiva. Così facendo si raccoglieranno i dati del consumo di ossigeno e della frequenza cardiaca. Queste informazioni verranno confrontate a quelle del peso di ogni mastello o di bidone carrellato e la distanza cui deve essere trainato o spinto a mano dall’operatore.
Fino a luglio del prossimo anno con questa inedita sperimentazione si cercherà di individuare i percorsi più idonei per gli operatori e di “calibrare” gli itinerari di raccolta dei rifiuti per ogni lavoratore.