“Crescita che sembra frenata, ma i conti li faremo tra due settimane”
ALESSANDRIA – Un solo nuovo contagio ieri in tutto l’Alessandrino e nessun decesso: numeri che, rispetto a quelli di qualche giorno fa, regalano un po’ più di fiducia sul fronte dell’emergenza coronavirus.
«L’aggiornamento è tutto sommato positivo rispetto alle ultime tendenze – conferma il professor Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo – Nella media dei sette giorni, infatti, verifichiamo che, a differenza dell’Italia e della Lombardia dove la tendenza continua ad essere al rialzo, in Piemonte la crescita pare essersi arrestata intorno ai 30 casi al giorno. Che, si badi bene, sono comunque ben più dei 5 di metà luglio».
Tamponi dimezzati
Alessandria, in tale quadro, come è messa? «Sembra addirittura meglio – è la risposta – perché nell’arco degli ultimi sette giorni che abitualmente prendiamo in esame registriamo una lieve tendenza al ribasso: siamo infatti passati dai 3 casi quotidiani di 7 giorni fa agli 1,6 di oggi. Attenzione, però, perché in Piemonte la percentuale di positività sui tamponi eseguita è salita fino all’1,4%, dato che non avevamo dal 24 maggio: con i test calati da 5mila a soli 2.200, ne occorrono appena 70 per trovare un positivo, mentre il 17 luglio ne servivano 570. Quindi, non siamo messi malissimo, ma meglio stare con le antenne dritte…».
Sono ancora accessi quei focolai che avevano destato preoccupazione? «A Vercelli sembra essere ormai circoscritto, tanto che gli episodi che alimentano la curva appartengono oggi a Torino, Novara e Cuneo. Complessivamente – rileva comunque Bianchi – diminuiscono però sia gli ospedalizzati (-12) che le terapie intensive (-1), ma aumentano (+78) gli isolati a domicilio e i positivi, perché a fronte di 140 guarigioni abbiamo 212 nuovi contagiati».
Sempre per la maggior parte senza sintomi? «Sì, per il 75%. Ma l’età media si sta abbassando notevolmente, esattamente come nel resto del Paese: dai 66 anni siamo attualmente a meno di 40. E crescono i contatti, che sono ormai i due terzi dei positivi, mentre gli importati ‘pesano’ per il 40%. E da tre settimane, questo sì un dato rilevante, non si registrano casi nelle Rsa».
Che ne pensa della chiusura delle discoteche? «Speriamo non sia troppo tardi – ammette il professore – Solo tra un paio di settimane, infatti, potremo verificare gli effetti dei rientri delle vacanze, specialmente di chi è stato in Paesi come Grecia, Spagna o Francia».