“Contagi, la curva accelera. E ci sono elementi che ora spaventano”
ALESSANDRIA – Un record negativo che deve iniziare a preoccupare. Non ha dubbi il professore Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo: secondo i dati diffusi ieri dall’Unità di crisi regionale, in provincia si sono registrati 64 nuovi positivi nelle ultime 24 ore.
«Un numero elevato – ammette Bianchi – che ci riporta indietro addirittura al 2 di maggio. Il Piemonte conferma di essere in crescita esponenziale e i recenti rilevamenti ci dicono che anche Alessandria non fa eccezione. Fino a qualche settimana fa le nostre oscillazioni erano in qualche modo accettabili, ora non lo sono più».
Partiamo, come di consueto, dal valutare l’incidenza di casi ogni 100mila abitanti: la regione tocca quota 61, esattamente come il Veneto, mentre la Lombardia è a 54 e l’Italia a 53. «Alessandria si assesta a 46, in netto aumento rispetto al precedente periodo preso in considerazione. Ma a fare ancora più impressione sono le cifre assolute, con la nostra provincia che in sette giorni è passata da 66 a 192 casi, più di tre volte tanto. Mentre il Piemonte era a 1180 e ora fa registrare 2645 nuovi contagi settimanali».
Meno asintomatici
Un quadro complesso, dunque, che indica elementi di criticità. «È vero – conferma il professore – sono due i fattori che devono fare scattare l’allarme: la curva aumenta e accelera, ma soprattutto aumentano i casi gravi. Scende, infatti, la percentuale di asintomatici, che era al 74% e ora è al 65%, con la logica conseguenza di una maggiore pressione sul sistema ospedaliero. Nell’ultima settimana, infatti, abbiamo assistito a un aumento delle terapie intensive (più 7) ma soprattutto dei ricoveri ordinari, cresciuti addirittura di 184 unità. Decisamente troppo».
Capitolo scuole
In Piemonte i casi nelle scuole sono saliti dal 9 al 15%, ma Bianchi ribadisce che «il riferimento è solo alle situazioni dirette, quelle che coinvolgono alunni e docenti. La realtà temo che sia peggiore. Anche nel fine settimana, contrariamente a cosa accade abitualmente, sono stati processati molti tamponi, e questo è un buon segno, perché in una fase delicata come questa la capacità di tracciamento è fondamentale. L’indice di positività nella nostra regione? Se lo calcoliamo in base al totale dei tamponi, quindi compresi quelli per certificare un’eventuale guarigione, siamo al 5,1%, ma se analizziamo il dato relativo solo alle ‘nuove persone’ testate, ecco che la percentuale schizza addirittura al 9%. La maggior parte dei contagi deriva da contatti, è un elemento che deve fare riflettere. Anche per individuare possibili soluzioni».