Scuole “dimezzate”, ecco come si preparano gli istituti
Lezioni alternate alle superiori, ma il problema potrebbe essere la rete internet
NOVI LIGURE — Dalla Dad, didattica a distanza, alla Did, didattica integrata, il passo non è così semplice. Le scuole superiori del Piemonte si stanno preparando ad alternare giornate di lezioni in classe con lezioni a distanza, per ottemperare al decreto della regione Piemonte, firmato in settimana dal presidente Alberto Cirio che prevede, appunto, la presenza in aula della metà degli studenti, a rotazione, ai fini del contenimento del contagio da coronavirus. La nuova modalità, prevista per le classi seconde, terze, quarte e quinte, dovrebbe partire da lunedì.
Spetta ai singoli dirigenti di istituto, ora, organizzarsi. “La didattica integrata è una modalità già in atto al Ciampini Boccardo – spiega il dirigente Mario Scarsi – Da settembre gli alunni dalla seconda alla quinta frequentano l’istituto a turno. Ci sono infatti lavori in corso in sei aule e, per questioni di sicurezza, gli accessi sono limitati”. I lavori sono quelli finanziati con il decreto scuola per la rimodulazione degli spazi interni, al fine di garantire il distanziamento di almeno un metro tra gli alunni. “E’ dall’inizio della scuola che siamo con il metro in mano”, sdrammatizza il dirigente. La modalità mista verrà con tutta probabilità confermata fino al 13 novembre, data in cui scadrà il decreto, salvo ulteriori (e probabili) proroghe.
Tutto da organizzare, invece, al liceo Amaldi che può contare, tuttavia, su due sedi, quella di via Mameli e quella di viale Saffi. L’ipotesi al vaglio, che dovrà passare all’esame del consiglio di istituto, già convocato, è quella di “verticalizzare” le presenze: “Pensiamo una divisione in blocchi, una settimana potrebbero seguire lezioni in presenza gli alunni del polo scientifico (liceo scientifico tradizionale, scienze applicate e liceo sportivo) e una settimana quelli del polo umanistico (lingue e scienze umane)”, spiega il dirigente Michele Marenzana.
C’è però un ulteriore problema, messo sul tavolo da Scarsi: “Forse con lungimiranza, abbiamo fatto un accordo con il gestore della telefonia per potenziare la rete internet scolastica. Ho più volte sollecitato l’intervento, che non è ancora stato eseguito. I lavori potrebbero iniziare lunedì. Me lo auguro – dice – perché diversamente sarà difficile poter garantire la connessione per tutti”. Durante il lockdown, infatti, i docenti utilizzavano la propria rete domestica, arrangiandosi. Ma dovendo connettersi dai locali della scuola, per raggiungere gli studenti a casa, l’attuale rete potrebbe non reggere. “E’ un problema sollevato più volte, senza ottenere risposte”, precisa ancora Scarsi.