L’incubo Covid entra anche nel sito dell’Ilva
Una quindicina i presunti casi di contagio tra i dipendenti
NOVI LIGURE – Si è aperto un altro fronte di preoccupazione per i lavoratori dello stabilimento Ilva di Novi Ligure e non deriva dalle trattative il corso per il futuro del gruppo siderurgico, bensì è di natura sanitaria perché vi sono una quindicina di presunti casi di contagi al Covid 19 tra i dipendenti attualmente al lavoro nel la fabbrica di strada Bosco Marengo.
Per lo più si tratta di positivi asintomatici o di persone in isolamento volontario preventivo per essere stati a contatto con altre persone e ancora in attesa di tampone. Preoccupa il concentramento di persone a rischio Covid 19 al reparto ‘Aus’, i cui locali sono stati sanificati questa mattina. All’assemblea svolta davanti ai cancelli dello stabilimento i lavoratori presenti sono apparsi scossi.
Sul fronte sindacale, pur non essendoci ancora conferme ufficiali, le notizie arrivate a Novi Ligure danno ormai per certa la permanenza nella multinazionale ArcelorMittal nel gruppo siderurgico e la firma del nuovo accordo entro il 30 novembre. Entrerà in società con la multinazionale franco indiana anche lo Stato tramite Invitalia. Resta da definire, o meglio da comunicare, chi delle due parti avrà le quote di maggioranza che dovrebbero essere vicine al 50%.
Ci vorrà più tempo per la stesura del piano industriale e ambientale (riguarda prevalentemente lo stabilimento di Taranto), che è stato sollecitato da Anna Poggio (segretaria provinciale della Fiom Cgil), Federico Porrata e Moreno Vacchina (componenti della rsu con Marco Ginanneschi) che oggi hanno parlato ai lavoratori in assemblea davanti all’ingresso degli operai novesi. Hanno assistito anche il sindaco Gian Paolo Cabella e i consiglieri comunali Rocchino Muliere ed Edoardo Moncalvo.