Garibuglia e il nuovo anno
Il 2021 'visto' dallo scrittore alessandrino Pee Gee Daniel
ALESSANDRIA – Da poche ore ci siamo messi alle spalle un 2020 che, esattamente dodici mesi fa, nessuno si sarebbe immaginato come quello che abbiamo vissuto. Così, abbiamo chiesto allo scrittore alessandrino Pee Gee Daniel (guarda chi è) di pensare cosa potrebbe accadere nel 2021. Ecco, dunque, cosa ci aspetta secondo la sua ironica visione…
Non sono tipo da seguire gli oroscopi. Ne so meno che degli attuali concorrenti del Grande Fratello. L’unica cosa che so, perché mi è stata detta quand’ero bambino da una che se ne intendeva, è che il mio segno zodiacale è cancro ascendente cancro. Praticamente una metastasi.
Tutto questo per dire che sul finire del 2019 non mi è capitato di buttare un occhio su alcuna previsione astrologica. Certo è che un astrologo davvero capace, casomai ve ne fossero, se si fosse voluto comportare onestamente, avrebbe dovuto aprire la lettura degli astri per l’anno entrante con la seguente dicitura: “Duemilaventi: apri il c… e stringi i denti!”.
Per fortuna questa fetecchia di anno bisesto ha chiuso i battenti, i vaccini stanno arrivando e, a meno che non siate di quei fifoni che hanno paura che la punturina gli faccia la bua, un ritorno alla normalità si preannuncia non troppo remota all’orizzonte.
Dunque prepariamoci per tempo a riappropriarci delle nostre libertà quotidiane. Senza troppa fretta però…
Per esempio, siete proprio sicuri di voler rinunciare alla mascherina, così, tutto d’un botto? Pensateci bene.
Diciamoci la verità: le mascherine hanno migliorato il look di parecchie persone. La scelta ottimale sarebbe un burqa integrale, ma la mascherina già è un buon inizio. Potrebbe essere uno shock vedere riapparire da un giorno all’altro certe facce nella loro completezza. Propongo perlomeno uno spogliarello facciale graduale, con mascherine sempre più piccole, mese dopo mese, tanto per riabituare la vista.
Oltre all’estetica, vi sono altre funzioni che la mascherina può esperire anche una volta che il virus venga debellato. Una serata a base di bagna cauda in un localino tipico? Ecco, all’uscita obbligo di mascherina. È vero, la fiatella a chiusura stagna potrebbe rivelarsi esiziale per chi la esala, ma d’altronde certe scelte personali non è giusto si ripercuotano su interlocutori innocenti.
Vi è un altro aspetto che, fosse per me, non eliminerei dall’oggi al domani: la distanza sociale. Io sarei per un dpcm post-pandemia che consenta abbracci e baci solo se strettamente necessari. Ci eviteremmo così tante ascelle pezzate, l’inalazione di profluvi di acque di colonia e dopobarba dozzinali, l’odore di canfora di certi paltò e via andare. Spero non me ne vorrà quel tal assessore, che si capisce quando sta per cominciare la campagna elettorale perché te lo ritrovi in via San Lorenzo o in corso Roma a sbaciucchiare e avvinghiarsi ai passanti, pure quelli a lui ignoti, purché in età di voto, con un trasporto che ha del sentimentale…
Per il resto, piena libertà! Torneremo a fare le vasche in via Roma, a Casale, magari con una sosta presso la locale sinagoga, svoltato l’angolo, confidando nel benaugurale scintillio dei lumini di Channukah (che è anche una scusa per conoscere meglio quella biondina che tanto mi sconfinfera…), a fare la fila per la bellacalda di Ovada appena sfornata, a ustionarci le dita alla Bollente di Acqui cercando di recuperare il pallone che nostro figlio ci ha buttato dentro con una perfetta palombella, a Tortona a farsi sbarbare old-style nella bottega di Ivan, a visitare il Museo dei Campionissimi quando c’è la mostra felina abbinata al rettilario (ogni volta che ci vado la mia fantasia galoppa: mi vengono strani pensieri sull’eventualità che un boa constrictor abbandoni quatto quatto la sua teca per insinuarsi tra le gabbiette di persiani e di certosini toelettati di fresco…), a rincuorarci con i luccichii che ci ammiccano dalle vetrine di Valenza, in un’orgia consumistica da boom economico simil-postbellico.
Riapriranno apericene, pizze al metro, fritti misti alla piemontese, fritture cino-nipponiche. Anche altre categorie recupereranno la libertà d’azione di qualche tempo fa: i topi di appartamento, per esempio, che avranno visto languire i loro affari in tutti questi mesi, con le abitazioni presidiate 24/7 dai loro molesti proprietari. O i rapinatori. Come si fa a distinguere uno scassinatore da un normale avventore, ora che abbiamo tutti la faccia coperta come banditi del Far West in pieno assalto alla diligenza?
Recentemente mi è capitato di ascoltare la notizia di un degno emulo della nostra gloria cittadina, il ladro Garibuglia (nel gergo alessandrino passato a indicare, per antonomasia, un individuo sfornito per natura della benché minima brillantezza mentale), che per non farsi sorprendere dalle guardie in flagranza di reato, era solito nascondere la refurtiva nelle tasche dei passanti.
Ebbene, il novello Garibuglia in questione sembra abbia portato a termine una rapina togliendosi la mascherina sul più bello, quando era arrivato di fronte al cassiere, proprio per differenziarsi da tutti gli altri lì presenti, giustamente.
Sempre a proposito di… rapine, già vi vedo, cari miei, messi lì diligentemente in coda, a squagliarvi sotto il sole davanti ai negozi tanto esosi e scì scì di Serravalle Scrivia, dove, la grama volta che ci sono andato, cooptato dalla dolce metà del momento, tra i tanti clienti mi era capitato di notare specialmente un emiro sfondato di bei dollaroni da distribuire torno torno come fossero cartelle per il Bingo, che si portava al seguito uno stuolo di consorti, infagottate nelle loro tuniche all-black, con un lungo velo che ne faceva intravvedere a malapena gli occhietti bistrati. Poveraccio – pensai – con tutte ’ste mogli appresso gli toccherà fare su e giù tra boutique e gioiellerie finché non avrà consumato le suole delle babbucce fino al tallone.
Allora guardai quelle donne con una punta di commiserazione, lo ammetto, piazzate a quella maniera, che sembrava dovessero soffocare dietro quei loro niqab fitti fitti. Chissà se tornassero a trovarci, ora come ora. Stavolta sarebbero loro a guardarsi intorno con eloquenti sguardi di superiorità, come a dire: «Visto? Eravamo noi a essere avanti di anni».