Fossati, stupore per la sentenza
Il legale: "Raro che due organi giudiziari si esprimano in maniera così differente". La difesa annuncia nuove mosse
NOVI LIGURE – “Stupore”: la reazione di Maurio Giuseppe Fossati, affidata al suo legale Matteo Sperduti, dopo la lettura delle motivazioni della Corte federale d’appello per la squalifica dell’allenatore della Novese calcio femminile fino al 31 dicembre 2023. “Una sentenza non supportata da alcun elemento giuridico di rilievo e che, soprattutto – così nella nota del legale – effettua un mero richiamo ad aspetti giurisprudenziali che, come più volte da noi evidenziati, non possono essere direttamente collegati al caso di specie”.
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Cosa contesta l’avvocato Sperduti? “La Corte federale ha, impropriamente, modificato un evidente principio di diritto giuridico, che rende ancora meno tutelato il diritto di difesa per i soggetti deferiti. Più grave è che a Fossati è stata riconosciuta una condotta “penalmente rilevante”, molto grave, che noi ribadiamo non essere vera e per la quale ci difenderemo ulteriormente, ricordando di aver depositato apposita denuncia (nei confronti delle calciatrici, al Tribunale di Alessandria, ndr). Perché la Corte, e prima ancora la Procura federale, non hanno inviato tutti gli atti alla Procura della Repubblica competente per un riscontro, come riconosce il Codice di giustizia sportiva?”. Per il legale “non esiste un reato per il solo ordinamento giuridico sportivo e questo ci permette di chiarire che lo stesso è privo di fondamento se supportato, come in questo caso, solo dalle presunte dichiarazioni della persona offesa, senza terzi riscontri e senza elementi concreti che ne legittimano la validità. Sarebbe gravissimo, ancor più nel procedimento sportivo, se si procedesse a condannare per le sole parole dei soggetti denuncianti“.
“Leso il diritto di difesa”
In giudizio c’è stato, lo ribadisce l’avvocato, “una evidente lesione del diritto di difesa del signor Fossati: prima deferito sulla base di immagini, foto e conversazioni fra le parti mai depositate dalle parti perché inesistenti, e la sentenza lo ribadisce, e poi, cambiando impropriamente la contesazione, ha subito una condanna esemplare per le sole dichiarazioni di una parte che era assolutamente coinvolta in tutta la vicenda”. Per Sperduti è raro “che due organi giudiziari si esprimano in maniera talmente differente, come è avvenuto in questo caso, nella valutazione dei pochi elementi probatori portati dalla Procura federale”.
Di certo la vicenda non si fermerà qui. Sperduti parla di “atti in nostro possesso” che non vuole rendere pubblici, però annuncia che “faremo valere i diritti dell’allenatore davanti agli organismi giudiziari, sportivi e non solo“. Il primo potrebe essere la Corte di Garanzia del Coni.