Side-texting – Cos’è WhatsApp?
Di WhatsApp si può dire davvero dire quello che Catullo diceva della sua Lesbia: “ODI ET AMO”. Ne è prova il fuggi fuggi che ha avuto luogo dopo la comunicazione (non valida per l’Europa) secondo la quale i dati sarebbero stati condivisi con Facebook. Non amandolo, nè odiandolo, ma usandolo, ci accorgiamo però delle tante debolezze umane che talvolta sono anche nostre: dalle catene di Sant’Antonio digitali ai “Buongiornissimo, Kaffee!” mattutini, dagli audio vocali che durano ben più dei dieci minuti della canzone alle famigerate chat dei genitori della classe, WhatsApp ha il potere di infastidirci, divertirci ed ovviamente servirci fino all’ultimo minuto della nostra giornata.
TORNA AL BLOG DI ANDREA BOSCARO
E se gli Alessandrini si saranno divisi, come il resto dei 35 milioni di italiani che l’hanno scaricato sul proprio telefonino, fra WhatsApp, Facebook Messenger, Telegram e Signal, tutti siamo però chiamati a sapere che questo potente instant messenger non è una mail, non è una chat e non è un telefono. Non è una mail – ed occorre prestarci attenzione – perchè riduce la risoluzione delle immagini che si allegano e non ha una funzione di ricerca efficace come Gmail: ecco perchè è utile far seguire il messaggio mandato in fretta ad una comunicazione via posta elettronica al proprio interlocutore. Non è una chat perchè spezzare in mille notifiche quanto si vuole dire risulta fastidioso per chi lo riceve. Non è un telefono perchè, appunto, gli audio vocali sono molto comodi per chi li registra, non così tanto per chi li riceve.
C’è però una pratica che spaventa quanto nuotare fra le onda in cima alla Fossa delle Marianne: partecipare ad un gruppo ed essere consapevoli che ne esiste uno parallelo, creato apposta per parlare senza di noi, per sparlare di noi. È il side-texting, lo spauracchio digitale del 2021.
***
Alessandrino ed esperto di digital: ecco chi è Andrea Boscaro