Solvay e Pfas cC6O4, sulle autorizzazioni è scontro tra le parti
La multinazionale poteva produrre l?additivo ad Alessandria? In Provincia mancherebbero delle carte... Ma l'azienda risponde
SPINETTA MARENGO – «Disastro ambientale»: non c’è pace per la Fraschetta. Al centro dell’attenzione compare nuovamente il cC6O4, il Pfas di nuova generazione per cui Solvay ha chiesto – e ottenuto – l’ampliamento di produzione.
Ma l’azienda, che ne iniziò la lavorazione nel 2013, di fatto, poteva produrlo? Aveva ottenuto l’autorizzazione prima che ne chiedesse addirittura un potenziamento d’attività?
Il punto è controverso: sì e no.
Cosa significa?
Secondo le amministrazioni competenti, nel 2013 la multinazionale era autorizzata a produrre a Spinetta degli intermedi (finalizzati al completamento del cC6O4) che venivano poi portati in uno stabilimento esterno dove veniva completata la produzione del nuovo Pfas. Il cC6O4 finito, a quel punto, tornava indietro per poi essere utilizzato all’interno del polo chimico.
Questo fino a quando lo stabilimento nel Veneto viene chiuso. A quel punto la produzione continua a Spinetta. Ed è in quest’ultimo lasso di tempo che spunta un buco nero nelle autorizzazioni su cui le autorità competenti dovranno far luce.
Per la Provincia e Arpa, infatti, Solvay non avrebbe tra le mani l’autorizzazione a produrre il nuovo Pfas: per questo partono una diffida e una segnalazione all’autorità competente.
In sostanza, da fine 2018, periodo in cui il “nuovo” Pfas viene prodotto internamente, e per un lasso di tempo che porta all’autorizzazione poi concessa dalla Conferenza dei Servizi, sembra che quel prodotto non potesse essere confezionato nello stabilimento spinettese.
«Modifica sostanziale»
Proviamo a spiegare meglio.
Quando un’azienda, come ad esempio Solvay, è in autorizzazione Aia (l’autorizzazione integrata ambientale) qualunque modifica negli impianti deve essere notificata all’ente autorizzante (la Provincia, ndr). La richiesta di modifica deve essere proposta dall’azienda che classifica la modificazione degli impianti secondo l’importanza in “modifica sostanziale o non sostanziale”. È evidente che la prima non verrà valutata allo stesso modo della seconda.
Da quello che sappiamo, per quanto riguarda l’aumento della produzione del cC6O4, nel 2019 Solvay chiese alla Provincia una modifica non sostanziale.
La valutazione di tale richiesta da parte di Arpa e Provincia non riconobbe la non sostanzialità dell’intervento, gli enti richiesero di sottoporre l’intero iter configurandolo come “sostanziale”. Quest’ultimo richiede maggiore approfondimento sia da parte di chi propone che di chi valuta.
Rimane, però, quel neo iniziale: Solvay poteva produrre a Spinetta il cC6O4? C’è un lungo momento in cui non lo poteva fare.
Cosa accade a quel punto? Che la Conferenza dei Servizi ha preso in carico sia la richiesta di Solvay riferita all’aumento di produzione del cC6O4 che la valutazione dell’incremento ad altri reparti dell’estensione dell’uso del nuovo Pfas. Il sì è arrivato, ma con delle prescrizioni.
Il nuovo Pfas ora è fermo
E arriviamo ai giorni nostri. In questo momento, di fatto, Solvay non può produrre il cC6O4.
«Per noi – afferma l’ingegner Claudio Coffano, responsabile settore Ambiente della provincia – l’unica possibilità di produrre e utilizzare a Spinetta il cC604 è il pieno rispetto delle prescrizioni indicate nell’ultima autorizzazione alla modifica sostanziale rilasciata. Condizioni che allo stato attuale non sono ancora state pienamente attuate dall’azienda».
Quindi, Solvay non può produrre né usare il cC6O4. Almeno fino a quando non adempierà alle autorizzazioni chieste dalla Conferenza dei Servizi.
L’azienda interviene sulle autorizzazioni, ma anche sulle donazioni alla collettività
“Ci stupisce che a fronte di un sostegno economico proveniente da realtà private (non solo da parte di Solvay) a favore della collettività per affrontare una gravissima emergenza mondiale e facilitare l’imprescindibile campagna vaccinale, ci sia chi non rinuncia a speculazioni politiche”, si legge in una nota di Solvay.
La multinazionale risponde anche in merito all’autorizzazione mancante.
“Come viene ricordato anche nell’AIA recentemente pubblicata dalla Provincia, la produzione di C6O4 è iniziata nel 2013 a seguito di iter autorizzativo che ha visto coinvolti gli Enti competenti. Il C6O4 è un additivo brevettato da Solvay per sostituire il PFOA. Solvay ha aderito, pur in assenza di una specifica normativa, al programma internazionale (EPA-PFOA Stewardship Program) che prevedeva l’eliminazione totale dell’uso di PFOA entro il 2015 e, nel corso del 2013, ha eliminato completamente l’uso del PFOA“.