Teatro Marenco, apertura in autunno. È certo… o quasi
Si cerca un ruolo per il Giacometti. L'assessore Sisti: «Non vivrà all'ombra del Marenco, ma ne integrerà le attività»
NOVI LIGURE — Con la pandemia in atto e tutti gli eventi pubblici annullati, l’argomento è caduto un po’ in secondo piano. E dire che per la città sarebbe un evento di portata storica. Parliamo della riapertura del teatro Marenco, il gioiello architettonico inaugurato nel 1839 e che ora attende solo di tornare a nuova vita.
Quando si apriranno le porte del Marenco? «Sarà il cda della Fondazione a decidere – spiega l’assessore alla Cultura, Andrea Sisti – tenuto conto della situazione sanitaria, che comunque dovrebbe garantirci una generale ripresa delle attività di spettacolo dal vivo, cinema ed eventi pubblici, già prima dell’estate, anche per consentire un graduale ritorno alla piena attività di tanti operatori del settore. Il Marenco potrebbe credibilmente riaprire all’inizio dell’autunno, con le sue stagioni regolari, e stiamo lavorando affinché questo auspicio si concretizzi».
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Il “Marenco” è completamente restaurato, ora bisogna guardare al futuro e concentrarsi sulla programmazione, su questo l’assessore Sisti sottolinea che «le valutazioni in merito spettano alla Fondazione. Il Marenco è già adesso un punto di riferimento a livello regionale, per caratteristiche, storia e potenzialità. Può tuttavia ambire a essere una realtà di livello nazionale e, per questo, la programmazione e l’attività artistica richiederanno il concorso di tante professionalità di alto livello, come anche la nostra città può offrire».
L’amministrazione, al di là di chi sarà il direttore artistico, ha intenzione, quando avverrà l’apertura al pubblico «di potenziare tutta la parte museale della struttura, che custodirà e veicolerà la “memoria del teatro”, a iniziare dallo straordinario patrimonio rappresentato dal nostro teatro di figura».
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Una volta che il “Marenco” avrà la sua stagione, Novi vanterà la presenza in città di due teatri. Non dimentichiamo, infatti, il “Giacometti” che ha permesso ai novesi di avere un cartellone di prosa vario e con artisti di chiara fama. Sisti su questo ha le idee chiare: «Il teatro Giacometti non vivrà all’ombra del Marenco. Al contrario, ne affiancherà e integrerà in modo decisivo lo sviluppo, soprattutto se sarà la Fondazione a gestirne le attività, come auspico. In tal modo, infatti, il Giacometti, che potrà offrire uno spazio quotidiano al teatro sperimentale, amatoriale, scolastico o dialettale, aumenterà la propria visibilità e, soprattutto, fruirà di una programmazione unitaria e coordinata».
«Sono convinto che il sistema teatrale novese, a iniziare dalle sue due strutture più importanti, rappresenti un’occasione unica, da cogliere, per la cultura e l’economia di tutto il territorio novese», conclude Sisti.