Rifiuti abbandonati, a Novi e Pozzolo ora arrivano i volontari
Due gruppi di cittadini si sono organizzati per ripulire strade e sentieri dalla spazzatura. Sabato la "prima uscita" a Merella
C’è una vignetta che circola spesso sul web. Mostra un tizio che lascia cadere una cartaccia in strada. «Ormai è sporco», pensano le altre persone che transitano da lì, e gettano chi una lattina, chi una bottiglia vuota. Dopo qualche tempo, lo sporcaccione da cui tutto è partito si trova a ripassare nello stesso luogo, nota un grosso cumulo di rifiuti e si lamenta per l’inciviltà della gente.
Ecco, nessuno di noi vorrebbe essere nei panni del primo maleducato (né del secondo, né del terzo…) e la soluzione è semplice: non abbandonare i rifiuti in giro. Ma si può anche fare di più: aiutare a pulire laddove ce n’è bisogno, magari facendo anche una sana passeggiata in campagna. Qualche tempo fa ci aveva pensato Emanuele Gigante, giovane universitario di Cassano Spinola, con la sua Dirty Walk Challenge. Oggi a Novi Ligure e Pozzolo Formigaro partono altri due progetti, molto simili per fini e modalità.
A Novi, Lidia Moro [nella foto] si è messa alla guida di un gruppo di volontari (“Dolci al verde”) per dare una ripulita ai bordi delle strade, dove viene abbandonato ogni genere di rifiuto. Sabato 17 aprile alle 9.30 cominceranno dalla zona di Merella. Nelle settimane seguenti “risaliranno” verso la città. «Il basso Pieve è una zona bellissima, dove molte persone vengono a fare passeggiate, ed è un peccato vederla ridotta così», spiega. Lidia Moro, già stagionale della Pernigotti come altri componenti del suo gruppo, ha ricevuto l’aiuto dell’azienda dolciaria novese che fornirà il materiale necessario e le pettorine. «La nostra attività sarà anche un modo per ripagare la città per tutto l’affetto e la solidarietà che noi dipendenti abbiamo ricevuto durante i difficili mesi della nostra protesta».
A Pozzolo Formigaro, invece, abita Valentina Leardi, 35enne referente dell’associazione Plastic Free, che punta a liberare il pianeta dalla plastica, soprattutto quella monouso. L’associazione fa opera di sensibilizzazione per ridurre l’uso di plastica e organizza escursioni e immersioni per raccogliere la plastica abbandonata in strada, lungo i sentieri e nei mari.
«Mi piace fare trekking – dice Valentina Leardi, laureata in Scienze ambientali e dipendente della Marcegaglia – Camminare nella natura è un’esperienza molto piacevole, ma càpita sempre più spesso di imbattersi in rifiuti abbandonati, specialmente plastica, molto pericolosa perché rischia di entrare nella catena alimentare dell’uomo».
Cosa fare? «Dare l’esempio è la migliore delle risposte», dice Valentina, e lei l’ha fatto. Su Facebook, ha lanciato un appello e ha raccolto decine di adesioni. Il sabato prima di Pasqua c’è stata una prima camminata organizzata a livello informale a Pozzolo, in cui i partecipanti, ben distanziati, hanno raccolto 32 bottiglie di vetro, tre sacchi di plastica, due di indifferenziato e uno di carta.