Tassarolo, l’opposizione si fa in due e attacca: “Poca trasparenza”
Stefano Bruno lascia la lista di Scaccuto e fonda un proprio gruppo. Contestata la vendita dell'immobile comunale di via Martiri
TASSAROLO — A Tassarolo negli ultimi tempi la politica è tornata a farsi vivace. In paese di 656 abitanti, dove spesso era addirittura difficile trovare una manciata di cittadini disposti a creare una lista da contrapporre a quella data per vincente in partenza, oggi ci sono addirittura due gruppi di opposizione. Dalla lista di “Trasparenza Rinnovamento”, che alle elezioni del 2019 aveva candidato come sindaco Giuseppina Scaccuto (poi battuta da Paolo Castellano), si è staccata una costola: Stefano Bruno ha infatti deciso di costituire in consiglio comunale una formazione politica autonoma, “Forza Tassarolo: crescita e trasparenza”.
Bruno, 52 anni, vicesindaco all’epoca del primo mandato di Luigi Cavriani (1999) e poi nel 2004 suo contendente (sconfitto), ha deciso di mettersi alla guida di un’opposizione più incisiva. «Inutile negarlo, ho il pallino della trasparenza – dice – E quando mi sono reso conto che a Tassarolo non ce n’era abbastanza ho fatto di testa mia». Bruno ha così dato vita a una pagina Facebook, che prende il nome dal suo movimento, attraverso cui informa i propri concittadini e segnala quello che secondo lui non va.
L’ultima battaglia riguarda l’immobile comunale di via dei Martiri, proprio alle spalle della chiesa. L’edificio, nel tempo, fu sede del municipio, dell’ambulatorio medico, delle scuole elementari e, da ultimo, dopo una ristrutturazione finanziata con fondi europei e comunali, adibito ad albergo, bar e ristorante.
Il Comune ora vuole venderlo per 297 mila euro, perché i costi di manutenzione sarebbero troppo elevati. Ma Bruno non ci sta: «La perizia con cui è stato determinato il valore dell’immobile non riporta a quanto ammonterebbero i costi per la sistemazione del tetto, quindi non sappiamo se davvero sia indispensabile vendere». Per Bruno, al contrario, l’edificio potrebbe tornare a ospitare un ambulatorio medico, utile a tutta la cittadinanza.
Inoltre, dice il consigliere di minoranza, «non si sa che cosa intenda realizzare il Comune con i soldi che otterrebbe dalla vendita». «Nel documento di programmazione triennale non c’è nessun investimento superiore ai 100 mila euro – sostiene Bruno – Ma di recente l’amministrazione comunale ha ottenuto una anticipazione di cassa dalla tesoreria di 209 mila euro, finalizzata al pagamento delle spese correnti (stipendi, fornitori, bollette e così via)». Il sospetto, secondo l’esponente dell’opposizione, è che i fondi serviranno proprio a restituire l’anticipo ricevuto dalla banca.
Stefano Bruno contesta anche la spesa di 25 mila euro per la realizzazione di un “museo della tradizione” al circolo parrocchiale: «Potevano usare quei soldi per ristrutturare l’immobile di via dei Martiri, che è di proprietà comunale».