ALESSANDRIA – Sempre più portali della Pubblica Amministrazione chiedono di dotarsi di un’identità digitale, - SPID. Fra questi , l’INPS, che da novembre ne ha fatta l’unica modalità di accesso all’area riservata. Ne parliamo con lo Lo Studio Ivaldi e Associati, staff di professionisti del settore fiscale, economico ed aziendale.
Cos’è lo SPID?
E’ il“Sistema Pubblico d’identità digitale”, un’autenticazione basata sul riconoscimento dell’utente e che consente di accedere a servizi e prestazioni, immettendosi con apposite credenziali (utente e password) a tutti i siti della Pubblica Amministrazione.
Dove si può utilizzare?
Oggi è un utile strumento per accedere al proprio cruscotto dell’Agenzia delle Entrate (importante in questo periodo per cedere il credito edilizio o di locazione), al sito dell’Inps, su portali ministeriali, Sistema Piemonte, sanitari regionali, comunali, casse di previdenza…
Quali i servizi sono gestibili da remoto?
Molteplici. Per esempio: fare domanda di pensione o invalidità, permessi 104, consultazione estratto conto contributivo e cassetto fiscale, comunicazione dimissioni, richiesta Cig, gestione libretti postali, richiesta certificati di residenza, carichi pendenti, tessera sanitaria, rimborsi, bonus, controllo tasse e molti altri.
È un sistema sicuro?
Certo, è una autenticazione con nome utente e password, riconoscimento utilizzabile su ogni dispositivo digitale (Pc, smartphone, tablet). Dev’essere però attivato tramite un riconoscimento tradizionale. Visti i vantaggi e gli obblighi è dunque consigliabile per tutti i privati cittadini procurarsi lo SPID.
A chi richiederlo e come si attiva?
Occorre rivolgersi a uno dei gestori autorizzati: ARUBA, INFOCERT, INTESA, NAMIRIAL, POSTE, REGISTER, SIELTE, TIM, LEPIDA. Ognuno ha un procedimento specifico.
Quanto costa?
Assolutamente niente. L’identità digitale SPID è gratuita. A pagamento sono soltanto alcune funzioni. Aruba, Infocert, Poste, Tim e Lepida oltre alla modalità di erogazione gratuita, offrono infatti anche modalità di registrazione a pagamento. Ma non è obbligatorio sceglierla. Questa è la vera rivoluzione digitale.
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