Cit, c’è un compratore. Ma il piano di salvataggio è di nuovo bocciato
I tecnici comunali hanno dato un altro parere negativo. Questa volta però la giunta sembra intenzionata ad andare avanti
NOVI LIGURE — Nubi nere si addensano sul futuro del Cit. I tecnici del Comune hanno nuovamente bocciato la delibera con cui la giunta Cabella pensa di salvare l’azienda di trasporto pubblico locale. Questa volta però la squadra del sindaco Gian Paolo Cabella è intenzionata ad andare avanti, anche perché c’è un gruppo privato che sembra seriamente interessato ad acquisire la maggioranza della società pubblica.
Come già successo a marzo, il segretario comunale, il dirigente dell’ufficio Finanze e il collegio dei revisori dei conti hanno espresso parere negativo sulla delibera approntata dall’assessore al Bilancio Maurizio Delfino. Ma la legge consente a giunta e consiglio comunale di approvare l’atto nonostante il “no” dei tecnici. Se qualcosa andasse storto, però, assessori e consiglieri potrebbero essere chiamati a risponderne di fronte alla Corte dei Conti.
La giunta presenterà il piano nuovo piano di salvataggio del Cit al consiglio comunale già convocato per lunedì 3 maggio. Poi venerdì 7 maggio toccherà all’assemblea dei soci del Cit – vale a dire i sindaci dei Comuni che compongono la società – di deliberare in proposito.
C’è già un’azienda privata interessata ad acquisire parte del Cit. Si tratta, ha detto Delfino, di una proposta «seria» che arriva da parte di «un gruppo già conosciuto in zona, attivo nel settore del trasporto in ambito interregionale». La proposta è arrivata ieri per iscritto sulla scrivania dell’amministratore del Cit Silvio Mazzarello e dello stesso Delfino.
Il piano di salvataggio prevede il ripiano dei debiti del Cit e successivamente la ricapitalizzazione della società, per un importo di 150 mila euro. Novi ne pagherebbe il 71 per cento, gli altri Comuni percentuali inferiori: Arquata l’8,2; Parodi, Voltaggio e Bosio tra il 2 e il 3; Francavilla, Pasturana, Borghetto, Grondona, Mornese, Carrosio, Tassarolo, Fraconalto e San Cristoforo meno del 2%. Alcuni Comuni (come Gavi, Serravalle e Stazzano) per ora non hanno aderito al piano di salvataggio.
Subito dopo è prevista la cessione dell’85 per cento delle quote a un partner privato tramite una gara. Il passaggio successivo prevede la vendita di alcuni dei rami d’azienda del Cit (onoranze funebri, servizio di noleggio con conducente e noleggio di pullman granturismo), mediante un’altra gara. A quel punto, il Cit verrebbe scisso in due aziende, sempre suddivise secondo la formula 85% privato, 15% pubblico: Novi Parcheggi, che si occuperà dei parcheggi a pagamento; e il Cit vero e proprio, che gestirà tutti i servizi di trasporto.
Le cose che possono andare storte, purtroppo, sono molte. A cominciare dalla manifestazione di interesse da parte del privato, che potrebbe essere ritirata in qualunque momento. Tuttavia, ha detto Delfino, se non si fa nulla il Cit andrà di sicuro incontro al fallimento. Con tutto ciò che ne consegue, sia nei confronti dei dipendenti, sia del Comune, che è esposto per circa 1,7 milioni, avendo prestato una fideiussione a garanzia del mutuo per la costruzione del Movicentro.