Cit, l’operazione salvataggio parte tutta in salita?
Dopo la seconda bocciatura del piano di risanamento da parte degli uffici comunali, stasera la parola passa al consiglio
NOVI LIGURE — Questa sera il consiglio comunale di Novi Ligure è chiamato ad approvare il piano di salvataggio del Cit, l’azienda di trasporto pubblico. Gli auspici non sono buoni: gli uffici comunali hanno espresso parere negativo e lo stesso ha fatto il collegio dei revisori dei conti.
Venerdì, poi, il consiglio comunale di Arquata Scrivia ha bocciato la delibera sul risanamento della società. Un colpo non da poco, visto che – nei progetti dell’assessore novese Maurizio Delfino – Arquata sarebbe dovuto diventare il secondo Comune socio per importanza, con l’8,2 delle quote. Novi, che già aveva messo in preventivo di pagare il 71 per cento del salvataggio, si troverà ancora più esposto.
In virtù dei pagamenti già effettuati, pari a oltre 35 mila euro, Arquata rimarrà il secondo Comune socio del Cit, con l’8,2 per cento delle quote. Novi, con il 71 per cento, sarà invece il socio di riferimento, per lo meno fino a quando non verrà messa in atto la seconda fase del piano.
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Gavi, Serravalle e Stazzano invece hanno già fatto sapere di non essere disponibili a versare altri soldi nelle casse in profondo rosso del Cit e nel piano di Delfino è preventivata la loro uscita dalla società.
In sintesi, l’idea di Delfino consiste nel ripianare i debiti del Cit, ricapitalizzare l’azienda fino a 150 mila euro (il minimo previsto per legge), poi mettere il Cit sul mercato e cedere a un operatore privato – che si è già fatto avanti – l’85 per cento delle azioni. Dopodiché, vendere tre rami d’azienda (onoranze funebri, noleggio pullman granturismo, noleggio con conducente) e spacchettare il Cit in due società: da una parte Novi Parcheggi, che si occuperà della gestione dei posteggi a pagamento, e dall’altra il vero e proprio Cit, a cui verranno affidate le attività di trasporto.
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Nonostante il parere contrario di segretario comunale, dirigente del settore Finanze e revisori dei conti (che a marzo aveva già bloccato un primo piano di risanamento), il consiglio questa sera può comunque approvare la delibera, esponendosi però al rischio che la Corte dei Conti metta sotto inchiesta chi voterà a favore.
In questo clima, il voto contrario (o l’astensione) delle minoranze è abbastanza scontato. Il destino del Cit è quindi nelle mani di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Da sciogliere il nodo di Solo Novi, la formazione dell’ex capogruppo della Lega Marco Bertoli, che conta su tre voti.
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Venerdì 7 maggio è in programma l’assemblea dei soci del Cit (cioè dei sindaci dei Comuni che compongono la società) e lunedì prossimo è già convocato un altro consiglio comunale a Novi, per approvare la cessione dell’85 per cento delle quote.