Sei mesi sulle montagne russe: l’andamento dell’epidemia in città
Due i picchi dei contagi, a novembre (quando risultò positivo più dell'1 per cento della popolazione) e a fine marzo
NOVI LIGURE — Una catena montuosa con un ripido picco e un vasto altipiano, seguito da un’altra cima molto più bassa della prima. Se fosse una cartina geografica potremmo disegnare così gli ultimi sei mesi di pandemia a Novi Ligure. A novembre 2020 i contagi da coronavirus erano saliti vertiginosamente, fino a colpire quasi l’1,5 per cento di tutta la popolazione cittadina. Per due settimane i malati sono rimasti oltre le 300 unità, crescendo talvolta anche al ritmo di trenta al giorno. Poi è iniziata la discesa, non altrettanto rapida ma comunque decisa fino al 24 dicembre.
Da Natale è cominciato il cambio di passo: il numero dei positivi ha continuato a scendere, ma molto lentamente, fino al punto più basso, raggiunto a metà febbraio di quest’anno, con 38 novesi contagiati dal coronavirus.
Poi un altro giro, verso un nuovo picco raggiunto a fine marzo (140 positivi), ma fortunatamente assai meno aguzzo di quello di novembre. Da lì i dati del Covid hanno iniziato di nuovo a scollinare, anche se con una certa lentezza, e ora – in base all’ultimo dato ufficiale, quello di mercoledì 12 maggio – a Novi Ligure si contano 58 positivi tra i residenti.
In ospedale la situazione sembra abbastanza tranquilla. Al San Giacomo risultano occupati 8 posti letto per Covid: 5 di media intensità e 3 in attesa test; nessuno è in terapia intensiva.
Per quanto riguarda i paesi del novese, in questo momento se la passano tutti abbastanza bene. Solamente a Serravalle, a Stazzano e a Pozzolo Formigaro il numero dei positivi è in doppia cifra: rispettivamente 27, 19 e 11. Diversi i centri “covid free”: a Carrosio, Fraconalto, Parodi, Pasturana, San Cristoforo, Villalvernia, Voltaggio e in quasi tutta l’alta val Borbera non risultano contagiati.