Atm: davanti al Gup dopo il fallimento dell’azienda
L'accusa ricostruisce la vicenda societaria partendo dal 2007
ALESSANDRIA – Questa mattina il caso Atm è approdato davanti al Gup, ma in modo molto ridimensionato. L’udienza è stata rinviata al 21 maggio: il pubblico ministero – Tiziano Masini – ha iniziato a ricostruire la vicenda societaria dell’azienda dei trasporti alessandrina a partire dal 2007. Intervento non concluso, si torna in aula tra una settimana.
Il Pm aveva derubricato il reato contestato da bancarotta fraudolenta a bancarotta semplice.
Per le 22 persone rimaste nell’inchiesta non ci sarebbe stata volontà dolosa di arrecare pregiudizio alla società o ai creditori, ma colpa.
L’inchiesta aveva approfondito la gestione dell’Azienda partendo dalla relazione del curatore fallimentare che aveva evidenziato un pesante stato di insolvenza a partire dal 2008, che si era via via aggravato fino al 2016, anno in cui era stato nominato un liquidatore che fece istanza di fallimento.
Inizialmente, sotto indagine finì il consiglio di amministrazione di Atm, successivamente si era ipotizzata la compartecipazione dell’amministrazione comunale sia nel periodo del dissesto che dopo. E l’onda degli accertamenti colpì i Bilanci dal 2009 in avanti. Lo scorso anno era stata chiesta l’archiviazione di tutta la parte politica e tecnica del Comune di Alessandria.
Davanti al Gup devono comparire Gian Paolo Lumi, 64 anni; Alessandro Traverso, 65 anni; Arcangelo Mastrandrea, 61 anni; Franco Amisano, 53 anni; Prospero Gastaldi, 68 anni; Giuseppe Farina, 73 anni; Guido Ghidini, 69 anni; Gian Paolo Cabella, 76 anni (sindaco di Novi); Gianfranco Cermelli, 58 anni; Ezio Bressan, 64 anni; Fabio Barisione, 52 anni; Mariagrazia D’Oca, 47 anni; Paola Crescenzi, 60 anni; Fabrizio Munerato, 56 anni; Giovanni Lumiera, 73 anni; Michelino Sassone, 69 anni; Francesco Di Pasquale, 65 anni; Angelo Marchelli, 71 anni; Maurizio Pavignano, 51 anni; Franco Castiglione, 73 anni; Roberto Castelli, 55 anni; Massimo Bianchi, 64 anni.