Attività fisica e caldo: quali accortezze per un’ottima conciliazione?
L’estate si avvicina, e già in questo periodo possiamo godere di giornate soleggiate, limpide con temperature abbastanza elevate. Per capire quali potrebbero essere le più generali accortezze da utilizzare per tenerci in attività, dobbiamo prima sapere quali sono gli effetti che il caldo ha sul nostro organismo.
Cosa succede?
L’elemento, o meglio, l’organo, più soggetto a influenza con le alte temperature è il sangue. L’organismo regola la temperatura corporea proprio sfruttando il sangue, il quale veicola il calore nelle zone periferiche, cedendolo poi alla cute, la quale attuerà passaggi di calore con l’ambiente esterno. La nostra temperatura interna, mediamente si aggira tra i 36° e i 37°; durante l’attività fisica possiamo arrivare a massime di 40°, innalzamento del tutto fisiologico, atto a facilitare gli scambi tra le nostre cellule e facilitando la prestazione stessa. L’aumentare di questo valore, però, trova il suo punto massimo, proprio a 40°, questo perché, oltre a quel valore, perdiamo la capacità di termoregolazione, esponendoci a diverse eventuali problematiche.
Quali le possibili conseguenze?
Non sempre però, questi meccanismi possono avvenire così semplicemente: infatti condizioni ambientali molto particolari potrebbero esporci a rischi più o meno gravi.
“Normalmente, il corpo si raffredda sudando, ma in certe condizioni fisiche e ambientali questo non è sufficiente. Se, ad esempio, l’umidità è molto elevata, il sudore non evapora rapidamente e il calore corporeo non viene eliminato efficacemente. La temperatura del corpo, quindi, aumenta rapidamente e può arrivare a danneggiare diversi organi vitali e il cervello stesso. Un’esposizione prolungata a temperature elevate può provocare disturbi lievi, come crampi, svenimenti, edemi, o di maggiore gravità, come congestione, colpo di calore, disidratazione. Condizioni di caldo estreme, inoltre, possono determinare un aggravamento delle condizioni di salute di persone con patologie croniche preesistenti.” [ fonte www.salute.gov.it ]
Ci sono infine, anche effetti negativi sulla pressione arteriosa, i quali si manifestano soprattutto quando si passa dalla posizione sdraiata a quella eretta, scenario che potrebbe presentarsi mentre pratichiamo le nostre sedute di Yoga o Pilates all’aria aperta.
Cosa fare?
Le normali regole di buon senso vincono sempre su tutto, come:
- non allenarsi nelle ore più calde della giornata;
- indossare un abbigliamento idonei all’attività che si pratica, così da non contrastare i sistemi di regolazione del corpo (es. persone che corrono con il K-Way);
- fare di tanto in tanto, piccole pause all’ombra.
Ma l’accortezza principale la dovete avere per il vostro sangue, cercando di preservarlo! Per fare ciò basta semplicemente continuare ad idratarsi:
- bevendo una buona quantità d’acqua, da mezzo litro ad un litro, circa 45’ prima dell’inizio dell’attività stessa, così da farne scorta senza che rimanga nel tratto digerente;
- sorseggiare ogni 15’, anche se non si percepisce lo stimolo di bere (ricordiamoci che “avere sete” è un segnale di una mancanza preesistente);
- preferire bevande leggermente fresche, questo perché vengono assorbite prima e non restano nello stomaco;
- se l’attività dura meno di 60’, possiamo non preoccuparci troppo della perdita di elettroliti;
- ingeriamo quindi bevande normotoniche, mentre facciamo attenzione a quelle ipertoniche, in quanto, dati i tempi lunghi di assimilazione e la densità elevata, potrebbero intaccare la qualità della performance.
Il caldo? Possiamo dunque limitare i suoi effetti meno favorevoli e di maggior contrasto con l’attività fisica per fruire con criterio della bella stagione e fare allenamenti e attività fisiche di vario genere.
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