L’arte di Sergio Fava: nei colori delle sue tele c’è il pulsare della vita
Il pittore novese si racconta nel suo studio. «La mia pittura è divenuta un?urgenza, è qualcosa di istintivo»
NOVI LIGURE — Entrare nel tempio della creatività di un artista è molto emozionante: nel caso di Sergio Fava, pittore novese autodidatta che ha all’attivo moltissime esposizioni personali, significa ripercorrere più di cinquant’anni di dedizione verso tele e colori, visitando il suo studio d’arte, in via Marconi, fra caseggiati che risalgono al Seicento.
Nella pittura di Fava il colore gioca una parte importantissima, è il vero protagonista dei dipinti. «La mia è una pittura di getto, istintiva. È un qualcosa che viene da dentro. Ci sono giorni più bui e si può stare sicuri che utilizzerò colori più scuri; in altri giorni, l’umore o la situazione migliora ed ecco comparire i colori chiari».
Racconta Fava dei propri esordi: «C’è sempre stata la voglia di provare. Così mi sono messo lì con tela e colori. È del 1978 la prima mostra allestita a Cassano. Ho iniziato a dipingere nel 1968 come figurativo e non ho mai smesso, ma dal 1996 la mia ispirazione si è mossa verso un’altra tecnica, quella informale».
Ogni angolo dello studio – compresi i ritagli di giornale e le fotografie che testimoniano la grande stima per il partigiano Lupo, Franco Barella, con il quale quotidianamente scambiava battute e consigli – rimanda a una parte del percorso umano e artistico di Fava. Che ha ancora molto da comunicare attraverso i suoi dipinti e le sue creazioni.
Il servizio completo sul Novese in edicola fino a mercoledì 2 giugno