Tik Tok – L’app della fantasia che richiede tempo
“Io, la matita”. Anche l’oggetto più semplice delle nostre case è un mistero: nessuno di noi saprebbe produrlo da solo. Quante persone sono necessarie infatti per abbattere un albero e ridurlo in asticelle, essiccarle e tinteggiarle e quante per produrre la grafite, per sagomare il metallo, per predisporre la gomma?
Forse anche per questo non finiamo di sorprenderci di quante cose sia possibile fare con un semplice cellulare: fotografare, scannerizzare, scansionare, accendere una torcia, prendere le misure, pagare e, sempre di più, parlarci ed essere ascoltati.
Su questa versatilità competono le app. Prendete i video che impazzano su TikTok: voi pensate che siano dei semplici balletti. Ma possono essere anche Transizioni (con uno schiocco di dita, dal pigiama si appare in abito da sera), Duetti (un video accanto all’altro, per intervistarsi o per prendersi in giro) o Stitch (video realizzati a commento di clip presi da altri video). Tutto questo, senza essere dei video-maker professionisti o scaricare altri programmi.
TikTok ha successo proprio perchè offre funzionalità infinite per chi vuole comunicare con i video, ma la sua forza è anche la sua debolezza. Per servirsene al meglio, infatti occorre avere fantasia, ma anche tempo. E forse solo gli appassionati ed i più giovani ne hanno. Con il risultato che, sulla piattaforma, manca una generazione e può non essere un bene perché la possa vivere in sicurezza.
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In questi due anni, anche i più adulti – se avevano in casa degli adolescenti – hanno dovuto districarsi, per non incorrere nell’appellativo di “boomer“, fra termini legati a piattaforme digitali come Twitch e Houseparty, assistere a concerti trasmessi su Fortnite e soprattutto provare a capire le ragioni del successo di TikTok che nel nostro Paese ha visto crescere del 20% la sua adozione e consolidare la sua rilevanza presso un pubblico molto giovane.
Buona parte del suo successo deriva dalla qualità del suo editor video, tanto avanzato quanto intuitivo. Tali funzionalità lo rendono però uno strumento che richiede tempo per cimentarvisi e forse proprio per questo risulta poco adeguato ad un pubblico più ampio e più adulto. La mancanza di una generazione rende forse difficile quella sorta di controllo che, su altri social media, permetteva a zii, fratelli maggiori e amici di famiglia di tenere d’occhio ciò che un adolescente pubblicava.
Inoltre, il fatto di essere un canale di condivisione di video e di avere nel suo codice la pratica delle “challenge” rende TikTok un mezzo che sollecita l’esibizionismo di chi vi partecipa, talvolta diffondendo informazioni sensibili come l’interno di una abitazione o altri elementi che possono portare alla localizzazione del protagonista.
Come tutti gli altri social network però, la sua crescita determinerà l’allargamento dei partecipanti, forse il cambiamento del linguaggio che vi prevarrà ed un maggior controllo dei comportamenti e delle distorsioni che possono prodursi. In attesa del prossimo social network che si imporrà fra i più giovani.
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