«Cit? Un baraccone, troppi dipendenti». Le parole di Chessa e l’ira dei sindacati
Proclamate 24 ore di sciopero per l'8 luglio. Topino: «Se la consigliera ha informazioni che noi non abbiamo, lo dica»
NOVI LIGURE — Ventiquattro ore di sciopero dei dipendenti Cit. L’hanno deciso per l’8 luglio i sindacati di categoria. «Da un mese aspettiamo un incontro con l’assessore al Bilancio Maurizio Delfino – dice Giancarlo Topino, segretario provinciale della Filt Cgil – Non abbiamo mai avuto risposta. La sensazione è che a nessuno interessi davvero salvare la società e i posti di lavoro, ma solo trovare qualcuno a cui dare la colpa del fallimento per poi regalare l’azienda ai privati. È uno scaricabarile inaccettabile».
E a proposito dei posti di lavoro, tra i dipendenti della società di trasporto hanno destato un certo stupore le affermazioni di Francesca Chessa (Fratelli d’Italia), l’altro ieri in consiglio comunale. Motivando – a posteriori – il proprio voto sfavorevole alla delibera sulla cessione del Cit, Chessa ha affermato che con la vendita al privato «almeno metà dei dipendenti perderà il posto di lavoro».
Leggi anche Cit, un altro ostacolo: Chessa vota contro, non passa la delibera
«Se il Cit diverrà anche soltanto al 60 per cento di proprietà privata [come prevede la delibera sulla cessione; ndr], un’azienda non terrà mai in piedi un baraccone con tutti quei dipendenti, neanche con le clausole di salvaguardia imposte dal Comune», ha detto Chessa.
Leggi anche «Nuova crisi in maggioranza, l’era Cabella è già tramontata»
Topino non entra nel merito delle dichiarazioni: «Le valuterò insieme agli altri colleghi, peraltro negli ultimi anni l’organico è sceso di una decina di unità. Una cosa però da Chessa vorrei saperla. Afferma che, nonostante le clausole di salvaguardia, il privato licenzierà metà dei dipendenti. Da cosa deriva questa certezza? Cosa sa la consigliera che noi sindacati non sappiamo?»
Leggi anche Delfino show in consiglio: «Il parere sul Cit? Una supercazzola». Il Pd lascia l’aula
Intanto è in programma per il 29 giugno in tribunale ad Alessandria la prima udienza sulla richiesta di fallimento del Cit, presentata da due professionisti che avrebbero svolto una consulenza per l’azienda e non sarebbero stati pagati. La società, ha fatto sapere Delfino, ha respinto ogni addebito perché i due non avrebbero mai ricevuto alcun incarico. Sembra che la vicenda risalga al periodo in cui il nuovo amministratore unico del Cit non era ancora stato nominato. L’udienza sarà anticipata, il giorno prima, da una riunione della commissione consiliare Bilancio, a cui parteciperà anche il numero uno del Cit, Silvio Mazzarello. Sul tavolo c’è anche una possibile istanza di concordato in bianco da parte dell’azienda: «È una vicenda grave», ha commentato la capogruppo M5s Lucia Zippo.