Ex Ilva, sentenza del Consiglio di Stato: no allo stop dell’area a caldo
I giudici bocciano l'ordinanza di spegnimento degli impianti. Notizia positiva anche per lo stabilimento di Novi Ligure
ROMA — Il Consiglio di Stato ha annullato la sentenza del Tar di Lecce, con cui era stata ordinata la chiusura dell’area a caldo dell’ex Ilva di Taranto.
I giudici di appello hanno quindi bocciato l’ordinanza del sindaco di Taranto, da cui era scaturito il processo. Per Acciaierie d’Italia, la nuova società nata dall’accordo tra Arcelor Mittal e Invitalia, «vengono dunque a decadere, a quanto si apprende, le ipotesi di spegnimento dell’area a caldo e di fermata degli impianti connessi, la cui attività produttiva proseguirà con regolarità».
L’ordinanza del sindaco risaliva a febbraio 2020, mentre la sentenza del Tar Lecce era stata emanata a febbraio di quest’anno e disponeva lo spegnimento degli impianti dell’area a caldo dell’ex Ilva perché inquinanti.
La notizia è positiva anche per Novi Ligure, visto che lo stabilimento cittadino è strettamente legato al ciclo produttivo di quello di Taranto.
Tra i primi commenti anche quello del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti: «Alla luce del pronunciamento del Consiglio di Stato sull’ex Ilva, che chiarisce il quadro operativo e giuridico, il governo procederà in modo spedito su un piano industriale ambientalmente compatibile e nel rispetto della salute delle persone. Obiettivo è rispondere alle esigenze dello sviluppo della filiera nazionale dell’acciaio accogliendo la filosofia del Pnrr [il Recovery plan; ndr] recentemente approvato».