Truffe online, Irene insegna come sfuggire ai ladri del web
La 25enne è referente locale di un'associazione attiva nella difesa dei consumatori
STAZZANO — Dall’anno scorso la pandemia ci ha catapultato, volenti o nolenti, nel mondo del web. Smart working, pratiche e servizi digitali, acquisti via internet, home banking: tutti noi abbiamo dovuto trasferire una parte della nostra vita online. Ne hanno approfittato anche i malviventi e non è un caso che negli ultimi 12-18 mesi siano aumentate esponenzialmente le truffe informatiche.
Da qualche tempo però anche nella nostra zona è arrivata l’associazione “Dalla parte del consumatore”, che si occupa proprio di questi temi. Referente locale è la 25enne di Stazzano Irene Zapparata. Laurea in Servizi giuridici (ora ne sta prendendo una seconda in Giurisprudenza) e una passione per il clarinetto, Zapparata da alcuni mesi segue l’evoluzione delle tecniche usate dai ladri virtuali.
«Complice la pandemia abbiamo assistito a una repentina trasformazione del consumatore, diventato sempre più “digitale” – afferma – Purtroppo allo stesso modo le truffe on line si sono fatte più insidiose».
Di esempi se ne potrebbero fare a decine. La tecnica più famosa è il phishing, il tentativo di appropriarsi dei dati personali, bancari o postali di un utente per sottrargli denaro dal conto corrente o dalla carta di credito. Al consumatore arriva una mail che sembra provenire da un istituto di credito, con la quale si richiede l’inserimento dei dati del cliente. Se ingenuamente si risponde alla richiesta, i nostri codici segreti finiscono in mano ai criminali. Esiste anche lo smishing, una variante del phishing effettuata tramite sms sul cellulare, e il vishing, che viene perpetrato via telefono.
In tutti e tre i casi, i malviventi cercano di carpire i dati personali per l’utilizzo della carta di credito o del conto corrente del malcapitato e una volta in possesso dei codici effettuano transazioni, prelievi o pagamenti non autorizzati.
«La prima forma di tutela del cittadino è l’informazione – dice Irene Zapparata – Come volontari dell’associazione siamo impegnati in una campagna di sensibilizzazione su queste problematiche, affinché le truffe possano essere riconosciute in tempo ed evitate. È bene sempre ricordare che le banche, le società di gestione delle carte di credito, e società delle quali si è clienti non chiedono mai via mail, sms o telefonate i propri dati personali o di effettuare pagamenti pilotati. Quindi non si deve fornire alcun dato».
E se invece si cade nella trappola? «Bisogna contattare la propria banca, disconoscere le operazioni fraudolente e bloccare il conto corrente o la carta di credito, in modo tale che i propri dati non possano essere nuovamente utilizzati. Poi bisognerà presentare una denuncia alla polizia postale e con questa inoltrare alla banca una richiesta di rimborso».