Vino e pandemia, un premio per cantine e consorzi più forti del virus
Oggi la consegna dei riconoscimenti "La buona Italia". In finale venti tra consorzi di tutela e aziende produttrici
GAVI — Quali sono i più efficaci progetti di promozione e comunicazione di cui nel 2020 sono stati protagonisti produttori e consorzi di tutela del vino, per rispondere all’emergenza pandemica? Se lo è chiesto il Consorzio del Gavi proponendo questo tema per la settima edizione del premio “La buona Italia”.
Con la pandemia, anche il mondo del vino si è improvvisamente trovato a operare attraverso uno schermo e in una dimensione prevalentemente digitale. Aziende agricole, cantine e consorzi hanno dovuto dare vita a nuovi modelli di comunicazione e di vendita per difendere la relazione con il consumatore e mantenere aperto il dialogo con i propri interlocutori commerciali.
Già dall’inizio del primo lockdown si è assistito a un vero e proprio movimento di “resilienza creativa” che ha impresso una svolta ai processi di comunicazione e promozione del mondo del vino italiano e internazionale. Ci si è affidati ai social media, alle chat, agli shop on line, alla realtà virtuale, utilizzando un linguaggio nuovo, più semplice e diretto – come è nella natura di alcuni social – e a volte ironico e divertente, come contrappunto al contesto drammatico in cui si operava. Si sono ritrovati i valori della collettività e del fare rete per contrastare la crisi sanitaria, sociale ed economica.
Dalla mappatura condotta dal Laboratorio Gavi in collaborazione con lo Iulm Wine Institute di Milano, l’Unione Italiana Vini, Federdoc, Il Corriere Vinicolo e Wine News, in risposta alle candidature provenienti da tutta Italia, è stata selezionata una short list di 20 progetti candidati.
La cerimonia di premiazione si terrà stamattina alla tenuta La Raia di Novi Ligure, con la partecipazione – tra gli altri – del presidente del Consorzio Gavi Maurizio Montobbio, dell’assessore regionale Marco Protopapa e del sottosegretario all’agricoltura Gian Marco Centinaio.