Ex Ilva, i sindacati: «Tempo scaduto, sciopero il 20 luglio»
Astensione dal lavoro decisa all'indomani del vertice al Mise: «Non ci sono risposte sulle prospettive del gruppo industriale»
NOVI LIGURE — «Non ci sono risposte sulle prospettive industriali né sulla gestione ordinaria del gruppo, il tempo delle “non decisioni” è scaduto»: è il messaggio che le segreterie nazionali di Fiom, Fim e Uilm spediscono al governo e all’azienda sulla vertenza dell’ex Ilva, annunciando uno sciopero che martedì 20 luglio coinvolgerà tutti i siti produttivi.
Le modalità sono «in via di definizione» ma già a partire da oggi i sindacati organizzeranno «assemblee unitarie in tutti gli stabilimenti», tra cui quello di Novi Ligure.
L’astensione dal lavoro è stata decisa all’indomani del vertice al Mise, presenti i ministri Giancarlo Giorgetti, Andrea Orlando e Mara Carfagna. Per Cgil, Cisl e Uil sono diverse le questioni che rimangono aperte sul tavolo. Inaccettabile, dicono, che il piano industriale definito dalla multinazionale Arcelor Mittal e dal nuovo socio Invitalia (società che fa capo al ministero dell’Economia) «non sia mai stato discusso e condiviso con i sindacati».
Altrettanto inaccettabile è «l’assenza di un piano di manutenzioni degli impianti per garantire la sicurezza dei lavoratori e la messa a norma degli impianti», la mancata presentazione del piano ambientale con i relativi tempi di realizzazione e «il mancato ripristino di un adeguato livello di relazioni sindacali con le organizzazioni territoriali e le Rsu di tutti gli stabilimenti».
Le organizzazioni dei lavoratori puntano il dito anche contro la «gestione inappropriata della cassa integrazione». «È stata confermata una forte domanda di acciaio sul mercato che non giustifica la richiesta di cassa integrazione ordinaria da parte dell’azienda», ha detto Francesca Re David, segretaria nazionale Fiom, e non c’è stata «alcuna disponibilità a integrare il trattamento di cassa con risorse proprie». Il Governo però con un provvedimento ad hoc ha reso disponibile l’utilizzo di 13 settimane di “cassa Covid”.
Ci sono poi questioni salariali: «L’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia Lucia Morselli ha dichiarato di considerare scaduto l’accordo del 6 settembre 2018 per le parti che si riferiscono al trattamento economico e in particolare per quel che riguarda la corresponsione dell’una tantum» (che vale il 3 per cento della remunerazione annua lorda). «Tutto ciò mentre la stessa Morselli vanta eccellenti risultati di bilancio segnando nel primo semestre per la prima volta da tanto tempo un utile netto».