Siamo stati testimoni nei giorni passati di manifestazioni, nelle piazze italiane e non solo (2 a Torino in Piazza Castello) organizzate contro il Green Pass e più in generale contro la presunta dittatura sanitaria imposta con il vaccino.
Le dure e sferzanti parole con le quali il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha classificato e paragonato “ … chi invita a non vaccinarsi a chi invita a morire …” hanno segnato uno spartiacque nel discorso pubblico attorno al tema.
L’esempio del Presidente della Repubblica e l’impegno del Presidente del Consiglio sulla campagna vaccinale, unico strumento che ad oggi può condurci concretamente al di fuori della crisi sanitaria, sociale ed economica in cui siamo relegati, agevolando così la realizzazione del PNRR, rappresentano un’idea di società, nella quale avere cittadinanza, comporta e determina oltre alla richiesta legittima di diritti, l’assunzione di doveri verso la comunità.
Non si può essere contro il lockdown e contro il vaccino, non si può essere per la scuola in presenza e contro il Green Pass, non si può essere per la cura contro il virus, ma sfavorevoli all’unica arma di protezione dallo stesso.
Queste piazze ci hanno lanciato un messaggio di indifferenza verso i fragili e gli svantaggiati. Come sindacati dei pensionati, ci siamo opposti ad una narrazione del virus che uccideva solo i vecchi, quasi fosse una cosa fisiologica.
Ci siamo ribellati a questo modo di raccontare la pandemia e abbiamo avuto ragione.
Oggi ci sono i novax che fanno notizia, una notizia da dare in pasto a giornali, social e televisioni, comoda per chi continua a cavalcare il dissenso e per chi non ha il coraggio di prendersi le proprie responsabilità.
Come sindacati dei pensionati del Piemonte, ci teniamo a ricordare che c’è in giro per l’Italia un esercito ben più’ numeroso e silenzioso di giovani, di volontari, di lavoratrici e lavoratori, che stanno contribuendo alla campagna vaccinale con abnegazione e sacrificio.
Anche la grande maggioranza dei lavoratori ha scelto e ricevuto il vaccino.
Come sindacati dei pensionati, con una natura profondamente confederale, crediamo fermamente che l’anteporre l’interesse generale, oggi più che mai, all’interesse particolare, individuale, di professione, di categoria, sia l’unica bussola di riferimento per uscire da questa drammatica situazione, con un livello di coesione sociale migliore.
Questo è il vero modo di essere liberi.
Giuseppe Mantovan SPI CGIL
Giorgio Bizzarri FNP CISL
Lorenzo Cestari UILP UIL