Qianren qianmian – Internet in Cina e le differenze dalla Rete occidentale
A noi occidentali questa espressione dice poco, ma in Cina significa “Mille persone, mille volti” e, nel gergo di Internet, sta ad indicare il fatto che nessuno di noi ha la stessa homepage di Facebook, Instagram e persino di Amazon: i contenuti ci sono infatti proposti in ragione delle nostre preferenze e delle reti sociali a cui apparteniamo.
Lo sapete quante città europee hanno più di un milione di abitanti? Quindici. E quante città cinesi? Centodue. L’ampiezza della popolazione è dunque una delle tante ragioni che hanno reso quel Paese fra i più avanzati nell’uso della Rete, del commercio elettronico, degli instant messenger: in Cina avvengono cose online che da noi prenderanno piede solo fra cinque anni. E, a monito del fatto che la diffusione della tecnologia non impedisce che persistano grandi differenze sociali, in Cina si può assistere alla consegna di un gioiello comprato online da parte di un fattorino in guanti bianchi, ma anche ad un mendicante che mostra un QR code per facilitare un gesto di carità.
Internet in Cina ha contorni molto diversi dalla Rete occidentale, e non solo a seguito di un suo forte controllo. Facebook non è presente, Google non è il principale motore di ricerca, Amazon ha abbandonato le iniziali velleità di contendere la leadership ai marketplace locali come Tmall, Taobao e JD.
Tra le piattaforme social più importanti, WeChat svetta in Cina con un miliardo e 200 milioni di utenti attivi al mese: si tratta di una instant messenger che consente anche di comprare e vendere online, di prenotare un taxi, di pagare le bollette. Le conversazioni via chat sono un vero e proprio modo per confrontarsi con le aziende o per fare shopping.
Fra i motori di ricerca, Baidu è il leader di settore e, diversamente dal nostro Google, è anche una piattaforma di recensioni e commenti che le aziende debbono monitorare perché le conversazioni non costituiscano un rischio per la reputazione del marchio.
Weibo è invece il principale servizio di microblogging con forti somiglianze con Twitter anche se utilizzato più per contenuti di carattere personale – occorre usare il proprio vero nome – che politico o professionale. Weibo è stato lanciato dopo i disordini del 2009 e protagonisti sono lì le celebrities e gli influencer: Yao Chen, la “Angelina Jolie” cinese, è un’attrice seguita su Weibo da 85 milioni di persone.
Meno utilizzati sono invece gli altri social media che, se non si possono definire minori – Qzone, una piattaforma di blogging, ha oltre 595 milioni di utenti attivi al mese – sono però utilizzati su un piano soprattutto personale da navigatori più giovani: fra questi il popolarissimo instant messenger QQ.
Paese asiatico che vai, social network che trovi. Ed infatti, se si vuole affrontare il mercato giapponese, è imprescindibile usare Line, una app che consente di scambiare testi, messaggi vocali e video mentre in Corea del Sud la più nota piattaforma locale si chiama Kakao ed ha più di 47 milioni di utenti mensili.
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Alessandrino ed esperto di digital: ecco chi è Andrea Boscaro