Sport e criticità: come prevenire o correggere asimmetrie estetiche e del gesto motorio
Stiamo attraversando un periodo storico in cui la sedentarietà sta prendendo il sopravvento, un po’ per le restrizioni dettate dalla pandemia, un po’ a causa dei ritmi frenetici della quotidianità, che stanno togliendo spazio ed importanza a tutto ciò che concerne la cura personale, di cui occupa una grande fetta “l’attività sportiva”.
Come fare?
E allora come affrontare la questione e prevenire o correggere asimmetrie e problematiche legate al gesto motorio?
Per un approfondimento più tecnico in questa puntata abbiamo coinvolto Samuele Inguì, laureato in Scienze delle Attività Motorie e Sportive e attualmente impegnato in studi di Osteopatia presso INFROP a Torino che potrà darci risposte suggerite anche dalle sue esperienze di giocatore e allenatore di calcio e di atleta di power lifting presso il team “Italianliftersunited”.
Samuele, ma cosa si intende per “attività sportiva”? E quale differenza c’è con “l’attività motoria”?
L’OMS ha definito l’attività motoria “qualunque movimento prodotto dal sistema muscolo-scheletrico che si trasforma in un dispendio energetico superiore a quello della condizione di riposo”, mentre l’attività sportiva “comprende situazioni competitive strutturate e sottoposte a regole ben precise”. Ora che abbiamo chiarito meglio le differenze a livello teorico, e premesso che i vantaggi superano di gran lunga gli svantaggi, cerchiamo di capire a livello pratico quali siano i rischi legati a queste attività. Le statistiche sui traumi sportivi ci dicono che le lesioni più comuni risultano essere:
-Distorsioni: ovvero lesioni delle articolazioni in seguito ad un eccessivo allungamento a carico dei legamenti, che si verificano di norma in seguito a bruschi movimenti o torsioni, e si presentano con dolore e gonfiore/tumefazione;
-Lesioni del legamento crociato anteriore: fondamentale legamento che impedisce l’eccessiva traslazione antero-posteriore del femore sulla tibia, aiutato dal Legamento Crociato Posteriore. Questo legamento si lesiona solitamente in seguito a rotazione eccessiva del ginocchio e piede bloccato al terreno, creando una lesione parziale o totale con forte dolore, edema e probabile operazione chirurgica di ricostruzione;
-Lesioni dei menischi: struttura fibrocartilaginea che permette di ammortizzare le forze di taglio e compressione, che solitamente si lesiona a seguito di una brusca rotazione del ginocchio, accompagnato da dolore e tipica sensazione di “ginocchio a scatto”;
-Fratture: le fratture ossee si verificano a causa di cadute o traumi violenti, e richiedono lungo periodo di stop forzato e riabilitazione, e in alcuni casi anche di intervento chirurgico;
-Stiramenti e strappi muscolari: ne esistono di vari gradi e vanno da un eccessivo allungamento fino alla vera e propria rottura delle fibre muscolari.
Come prevenire eventuali infortuni o asimmetrie estetiche? Una buona prevenzione inizia in studio con un fisioterapista e/o osteopata, che attraverso una raccolta dati accurata del cliente e un’analisi posturale sia in statica che in dinamica, può aiutare il chinesiologo a creare un programma cucito su misura al cliente. Tra i fattori di rischio intrinseci più comuni troviamo:
- Età dell’atleta
- Infortuni pregressi
- Scorretta alimentazione
- Stress emotivo
- Dipendenze da alcool, fumo etc.
- Mancanza di riposo
Come correggere un’asimmetria estetica?
Qui il lavoro si fa decisamente più complesso, in quanto entrano in gioco le abilità motorie e i compensi posturali individuali. Da sportivo laureato in scienze motorie e studente di osteopatia, posso affermare che nella correzione di un’asimmetria, il trattamento manipolativo e la chinesi non possono non andare di pari passo, in quanto ogni modifica del sistema tonico posturale necessità di una destrutturazione e una riprogrammazione.
Ma la vera domanda è: un’asimmetria estetica va sempre “corretta”? La risposta è: dipende. La postura, ovvero la posizione che una persona occupa nello spazio, è l’adattamento personalizzato di ogni individuo all’ambiente fisico, psichico ed emozionale; in altre parole è il modo attraverso il quale il nostro corpo comunica con l’esterno.
Detto questo, viene più facile intuire che se una persona si “atteggia” in una certa maniera, prima di lavorare sulla struttura, ha senso cercare di capire il perché, e dare priorità ad una riprogrammazione recettoriale attraverso lavori podalici, visivi, vestibolari, emozionali etc., senza fare i “talebani” della postura. Insomma, il team è l’arma vincente, dove ognuno fa la sua parte senza perdere di vista il risultato finale, ovvero la salute della persona; e diffidate da chi vi vende programmi o diete miracolose, i risultati vanno “sudati” attraverso la costanza e duro lavoro. In fondo, cosa c’è di più importante della nostra salute?
LA PROSSIMA SETTIMANA IN-FORMA PARLERÀ DI…
“Attività sportiva in acqua: cosa fare e per chi”
→ L’appuntamento è per Mercoledì 25 Agosto 2021 su Il Piccolo!
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