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Nei primi 8 mesi dell'anno +16% rispetto al 2019, grazie al mercato estero. Tra una decina di giorni inizia il taglio delle uve
GAVI — Nelle terre del Gavi ci si prepara alla vendemmia che, secondo i dati diffusi dal Consorzio di tutela, dovrebbe cominciare tra il 15 e il 20 settembre. Il 2021 si configura come un’ottima annata, sia per la qualità che per le vendite, che segnano una crescita a due cifre grazie al traino dell’estero. La vendemmia 2021 terrà anche a battesimo il nuovo sistema di indicazione geografica sulle etichette, con l’obbligo di citare il Comune di produzione.
«Dopo una primavera segnata dall’anticipo vegetativo e un germogliamento precoce della vite, le temperature piuttosto basse di maggio hanno rallentato lo sviluppo delle piante, riallineando i tempi – commenta Davide Ferrarese, agrotecnico del Consorzio – Nonostante i mesi di giugno, luglio e agosto siano stati caratterizzati da una prolungata siccità, i vigneti non stanno mostrando segni di stress e i grappoli appaiono belli, freschi e ancora turgidi. Al momento le condizioni dell’uva sono molto buone, l’ultimo campionamento è previsto l’8 settembre e si preannuncia una ottima annata».
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Intanto il 2021 è già ottimo dal punto di vista delle vendite. Nei primi 8 mesi dell’anno, sono stati richiesti oltre 1,9 milioni di contrassegni Gavi Docg in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+22 per cento), segnando anche un +16 per cento rispetto al 2019.
«Se questo aumento dovesse essere confermato anche nei prossimi mesi sarebbe un record – dice Maurizio Montobbio, presidente del Consorzio – Nonostante le contrazioni del settore e il mercato altalenante, il Gavi Docg si è comportato molto bene, trainato dalle vendite all’estero, che rimane lo sbocco principale del nostro vino, visto che assorbe l’85 per cento delle bottiglie prodotte, soprattutto in Inghilterra, Usa, Germania e Russia».
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Altro elemento di novità è il nuovo disciplinare, da poco pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Sulle etichette, d’ora in poi, sarà obbligatorio inserire il Comune di produzione (quindi troveremo scritto «Gavi Docg del Comune di…»). Sono 11 infatti i Comuni che fanno parte della denominazione: oltre a Gavi, si tratta di Bosio, Capriata d’Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia e Tassarolo.
Sono anche stati individuati, dopo una lunga ricerca storica, geologica e catastale, i confini delle 7 frazioni presenti della zona di produzione del Gavi, che potranno essere riportate in etichetta come indicazione geografica aggiuntiva insieme al Comune. Per Gavi: Rovereto, Pratolungo, Monterotondo; per Bosio: Capanne di Marcarolo e Costa Santo Stefano; per Parodi: Cadepiaggio e Tramontana.
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«Identificare la provenienza con un così preciso dettaglio è sicuramente un valore aggiunto per la crescita della nostra denominazione», conclude il presidente Maurizio Montobbio.