«Ostaggi del cantiere, ci ha tolto la visuale e il sonno»
A ridosso della cascina Barbellotta di Novi Ligure è stato innalzata una paratia di circa 8 metri che toglie visibilità ma non rumori e vibrazioni
NOVI LIGURE — «Ogni volta in cui abbiamo chiesto mitigazioni o, per lo meno, spiegazioni, è stato come sbattere come un muro di gomma». Il muro c’è davvero, ma non è di gomma. È una paratia alta circa otto metri che divide le case di frazione Barbellotta dal cantiere del Terzo Valico, impedendo la vista sugli scavi ma, nel contempo, privando i fabbricati della panoramicità, del soleggiamento e della ventilazione.
Dietro la paratia si sta scavando un “pozzo di ispezione”, a servizio della linea. Si chiama pozzo, ma ha un diametro di circa trenta metri. Per realizzarlo ed attrezzarlo ruspe e martelli pneumatici lavorano incessantemente. «Dallo scorso agosto – dicono gli abitanti della frazione – siamo sottoposti ad un rumore molesto e a vibrazioni. Si avvertono soprattutto nelle ore serali e notturne all’interno degli ambienti perché le case fanno da cassa di risonanza».
Da agosto 2021 la situazione, sostengono i residenti, si è fatta «insopportabile». Della protesta si sono fatti portavoce Luciano Conconi e Lino Boggeri, che abitano nella casa più prossima al cantiere. Ma il problema riguarda una quarantina di persone.
«Nel 2017 è stata innalzata la paratia che toglie la vista, ed ha ridotto le case ad una sorta di prigione, ma non ha tolto il rumore, appunto. Poi i lavori si sono fermati per un certo periodo e sono ripresi lo scorso agosto. Abbiamo provato più volte a segnalare la situazione, con mail inviate alla direzione di Genova, all’amministrazione comunale, agli enti preposti al controllo. Stiamo ancora aspettando adesso le risposte». Così sono partite anche molteplici telefonate a carabinieri e vigili del fuoco, quando, di notte, rumore e vibrazioni erano davvero preoccupanti e insopportabili.
Arpa, dal canto suo, ha fatto tempo fa i monitoraggio dell’aria per il rilevamento delle polveri (altro problema tutt’altro che risolto, poiché i camion, passando, sollevano polvere) e misurato le moleste immissioni di rumore ma sembra che l’unico strumento idoneo a misurare le vibrazioni sia a Torino e non è al momento disponibile. Peraltro, il cantiere ha ottenuto una deroga ai limiti di emissione di rumore, innalzata a 70 decibel. Resta però il problema delle vibrazioni.
«Non siamo contrari pregiudizialmente all’opera, anche perché ormai è avviata. Siamo però esausti e preoccupati. Non abbiamo idea se le vibrazioni, a lungo andare, potranno avere ripercussioni sulla struttura della case che già manifestano fessurazioni. Quel che è certo, è che il valore della abitazioni è progressivamente sceso per la precaria vivibilità dei fabbricati. Un tempo questo era una frazione. Oggi si ha l’impressione di un un luogo abbandonato a sé stesso e in progressivo degrado».