“Un Paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti” Inizia così la mattinata in Piazza Quarto Stato a Volpedo con la citazione di Cesare Pavese interpretata da Assuntina Floris. In quei di Volpedo Sabato mattina non si era soli la piazza gremita ha atteso e ascoltato i partecipanti alla tavola rotonda organizzata da Federconsumatori e Spi CGIL il sindacato dei Pensionati.
Si è parlato dei molteplici rapporti che intercorrono tra cibo, salute e tradizione in un Paese che ospita i vissuti del Pittore Pellizza rappresentata dall’opera più famosa che ha fatto da cornice all’evento. La presentazione dell’iniziativa a cura di Bruno Pasero di Federconsumatori e degli spunti emersi dalla relazione di Antonella Albanese del Sindacato Pensionati CGIL hanno stimolato le domande che Beppe Rovera giornalista Rai a rivolto agli ospiti, la dietologa Maria Luisa Amerio, il vicepresidente di Slow Food Silvio Barbero e il noto autore e conduttore televisivo Federico Quaranta. A testimonianza delle tradizioni del territorio, da custodire valorizzare e tramandare, come la produzione del noto Timorasso, Montebore, Salame Nobile del Giarolo, Il Pane come una volta, le Pesche e tanta altra frutta delle valli a ridosso del Monte Giarolo. hanno partecipato al confronto s Walter Massa, noto produttore “Vigneti massa” e presidente di Terre Derthona . Roberto Grattone, del caseificio “Terre del Giarolo”; Mattia Bellinzona Azienda Agricola Terre di Sarizzona, Elisa Gastaldi dell’ azienda agricola, Elilu, Pietro Cairo Presidente della Coop.va Volpedo Frutta.
Le raccomandazioni della Dietologa non sono mancate nel esaltare un consumo di cibo di qualità e soprattutto di frutta e verdura confermando la “dieta mediterranea” la migliore in assoluto perché ricca di ingredienti antiossidanti che giovano all’organismo di ogni età ed in particolare a quella più avanzata. La qualità e l’etica di un prodotto sono state le parole chiave di Silvio Barbero di Slow Food, rivolgendosi al consumatore “guardate la provenienza della produzione anche per capire se dietro quel raccolto o quella produzione non vi siano lavoranti sfruttati e malpagati”.
Federico Quaranta scoprendo, anche in questo territorio, che dietro i prodotti d’eccezione che la nostra terra ci regala, si nascondono storie altrettanto eccezionali. Uomini e donne che hanno rifiutato di abbandonare i luoghi di origine, i mestieri antichi, la coltivazione di piante locali poco richieste o l’allevamento delle specie autoctone, e hanno scelto di restare e valorizzare secoli di conoscenza, citando ad esempio Walter Massa per la riscoperta di un vitigno autoctono come il Timorasso.
Mina Cilloni resp.le nazionale del dipartimento Benessere e Diritti dello SPI Nazionale conclude la mattinata con un messaggio di bisogno di “comunità”… fare vivere il territorio…
Il tramandare le tradizioni significa fare progetti con le Scuole affinchè i ragazzi possano avere l’opportunità di avvicinarsi alla Terra, e su questo Il Sindacato Pensionati di Alessandria è già al lavoro con il Sindacato Scuola per promuovere iniziative nelle scuole medie del territorio.
Oltre agli ospiti della tavola rotonda si sono succeduti i saluti del Comune di Volpedo con il consigliere Claudio Gnoli, della Camera di Commercio di Alessandria e Asti con il Presidente Gian Paolo Coscia, a seguire i rappresentanti Piemontesi di SPI CGIL e Federconsumatori Beppe Mantovan e Giovanni Prezioso. Pierluigi Pernigotti dell’Associazione Pellizza da Volpedo ha illustrato le caratteristiche culturali e storiche del luogo in cui si è svolto l’evento.
Al termine della mattinata un’ultima citazione che ha voluto lasciare ai partecipanti un messaggio….
“Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, gente che sa fare il pane, che ama gli alberi e riconosce il vento, non vivere in questa terra come un inquilino o come un villeggiante stagionale, vivi in questo mondo come se fosse la casa di tuo padre credi al grano alla terra al mare…”
..Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare significa dare valore al silenzio al buio alla luce alla fragilità alla dolcezza”