Google, l’illusionista della conoscenza
Come afferma Alessandro Baricco, l’uso di Google porta con sé un rischio, quello di contenere una grande illusione. Avere sotto le dita, addirittura a portata di voce, tutte le informazioni del mondo porta infatti a credere di essere in possesso della conoscenza. Ma questa può essere perseguita solo, fra tutti quei risultati, si impara a cercare, vagliare, collegarne i riferimenti.
Che anche per Google il compito non sia semplice, lo rivela il suo responsabile Pandu Nayak (in foto) che ha di recente ricordato il fatto che circa il 15% dei 3 miliardi di ricerche condotte giornalmente dagli utenti non sono mai state fatte ed è per questo che il motore di ricerca si avvale di un sistema di intelligenza artificiale, Rank Brain, il cui compito è analizzare moli di dati e identificare, grazie ad algoritmi matematici, modelli, tendenze e riferimenti incrociati, per poi individuare risposte che non sono solo statisticamente più pertinenti, ma più puntuali perché analizzate in relazione fra loro. Poi sta a noi pensarci su.
Quando sentiamo dire che c’è chi garantisce ad un’azienda o ad una organizzazione di ottenere la “prima posizione su Google”, dobbiamo ricordare che semplicemente tale posizione non esiste perché i risultati sono personalizzati sulla base dei fattori oggettivi e soggettivi con cui è inquadrata quella specifica ricerca e riconosciuto quello specifico individuo che la produce. Provate a navigare su history.google.com e noterete quanto ogni ricerca che facciamo sia registrata per una successiva esperienza di navigazione personalizzata.
La SEO, l’insieme di tecniche che si occupano di migliorare il posizionamento di una pagina web su Google e sugli altri motori di ricerca, non è dunque una scienza esatta, nondimeno incentiva chi deve valutarla e praticarla a fare un cambiamento di mentalità importante: mettersi dalla parte dei potenziali destinatari del messaggio e ricostruirne l’intento di ricerca con l’obiettivo di produrre un contenuto volto a risolvere il suo bisogno informativo. Non è un cambiamento da poco.
Il segreto dunque è conoscere bene il proprio target ed avvalersi degli strumenti che la Rete mette a disposizione per studiarlo. Un buon lavoro sui contenuti offerti per accrescere la propria rilevanza, sugli aspetti tecnici che rendono più efficiente il caricamento e la fruizione del sito ed infine una preziosa attività di presenza in Rete per accrescere la sua popolarità faranno poi il resto.