Teatro Marenco, inaugurazione in grande stile: il programma
Tutti gli appuntamenti previsti per i primi giorni di apertura dello storico teatro di Novi Ligure finalmente restaurato
La prima serata di apertura del teatro di Novi Ligure vedrà la partecipazione di musicisti, attori, ballerini e anche della presentatrice tv Federica Panicucci
NOVI LIGURE — Per acustica e architettura è uno dei tre teatri più belli del Piemonte e domani, per la prima volta dopo settant’anni, tornerà ad aprire le proprie porte: al teatro Marenco di Novi Ligure si alzerà il sipario con una serata d’eccezione. Un momento di grande coinvolgimento non solo per gli appassionati ma per tutta la cittadinanza.
Sarà l’occasione per rendere omaggio – con la musica e con la prosa – al maestro Romualdo Marenco, primo violino e direttore dei balli del Teatro alla Scala di Milano. Le sue opere, conosciute in tutto il mondo, hanno accompagnato il Risorgimento italiano consacrandolo come uno dei compositori più importanti dell’epoca. Star della serata saranno gli strumentisti della Scala di Milano, la presentatrice tv Federica Panicucci, l’attore Riccardo Forte e Loredana Furno, étoile del Balletto del Teatro di Torino.
A interpretare le musiche di Marenco e di Giovanni Bottesini, virtuoso del contrabbasso e suo grande amico, saranno gli strumentisti del Teatro alla Scala di Milano: Duccio Beluffi (primo violino), Roberto Nigro (secondo violino), Elena Faccani (viola), Beatrice Pomarico (violoncello) e Alessandro Serra (contrabbasso).
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Il legame con il teatro meneghino, Bottesini e Marenco sarà siglato con un programma che omaggia l’illustre novese e la memoria dei due amici, quasi a volerne evocare la presenza in una serata così importante per la città di Novi Ligure. Di Bottesini è stata scelta dai maestri della Scala il “Gran Quintetto in Do minore op. 99” e di Marenco “Auxilium ex alto”, un elegante valzer che coinvolgerà l’animo del pubblico riportandolo virtualmente alla fine dell’Ottocento.
Romualdo Marenco (Wikipedia)
Per la parte di prosa salirà sul palco Riccardo Forte, attore di teatro ma conosciuto dal grande pubblico per le sue interpretazioni cinematografiche e i suoi ruoli nelle fiction italiane più importanti, accompagnato dal maestro Diego Borotti saxofonista, compositore e arrangiatore di lungo corso. Lo spettacolo dal titolo: “Jazz, chihuahua ed altre storie” dove gli ultimi eroi metropolitani, emarginati, eroi da fumetto salvano il mondo che nel frattempo li ignora.
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Storie di strada, di grandezza e di misere condizioni, di lucida visionarietà artistica e di vite da emarginati, quelle dei grandi del jazz passato in uno scambio continuo tra parola e note. Storie che raccontano i due protagonisti attraverso le parole di Geoff Dyer, con i gesti, i rumori, i suoni pieni di “drive” e di “swing”, di “larghi” sommessi e dell’incalzare ostinato e ritmico del miglior jazz.
Riccardo Forte
Federica Panicucci, nota conduttrice tv e radiofonica, Loredana Furno étoile del Balletto del Teatro di Torino, si alterneranno invece sul palco intervistate da Giulio Graglia, direttore artistico del teatro Marenco. Graglia spiega così la sua scelta artistica: «Per l’inaugurazione ho pensato a una condivisione di più arti. A partire dalla prestigiosa presenza dei maestri della Scala di Milano e della étoile Loredana Furno: il connubio tra musica e danza sarebbe piaciuto a Romualdo Marenco, che nel 1872 viene chiamato alla Scala come primo violino a dirigere opere e balletti. Poi ho pensato al teatro dei grandi con la prosa e infine alle nuove arti. Dunque, un melting pot di musica, opera, prosa, danza, televisione e cinema».
Federica Panicucci (Instagram)
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«Restituire non solo un teatro ma tracciare un solco dove la cultura diventa speranza. Un messaggio forte e per tanto tempo desiderato, ecco il significato più alto di questa serata – afferma la presidente della Fondazione Marenco, Ada Geraldini Caraccia – Un segnale chiaro di come passione, volontà e tenacia siano state fondamentali per raggiungere questo obiettivo e di come le tante sinergie private e istituzionali possono lavorare bene insieme. Il mio augurio è che questo teatro sia vissuto soprattutto dai giovani, che diventi il teatro di tutti, dei novesi e del territorio del Basso Piemonte».