Ex Ilva, martedì sciopero. Sindacati: «I cittadini manifestino con noi»
L'invito di Fiom, Fim e Uilm: «Questo territorio non può permettersi di perdere la siderurgia»
Oggi nella Capitale manifestazione nazionale dei dipendenti di Acciaierie d'Italia: «Novi Ligure sotto organico e sotto produzione»
ROMA – C’è anche una rappresentanza dei lavoratori dello stabilimento di Novi Ligure a Roma, per lo sciopero che coinvolge tutto il gruppo Acciaierie d’Italia (ex Ilva). Secondo i sindacati di categoria Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, nel nostro Paese ci sarebbero 60 mila lavoratori della siderurgia a rischio tra gli stabilimenti ex Ilva di Taranto, Genova, Novi, Racconigi e Marghera e le acciaierie di Piombino, attualmente in mano agli indiani di Jsw. E questo nonostante il settore a livello mondiale sia in crescita grazie alla forte domanda di acciaio post pandemia.
Oggi sindacati e lavoratori manifestano a Roma, davanti al ministero dello Sviluppo economico. A Novi, fanno sapere i sindacati, ci sono 100 lavoratori in meno nell’organico rispetto agli accordi e 200 sono collocati in cassa. Lo stabilimento avrebbe potenzialità produttive per 1,100 milioni di tonnellate ma ne produrrebbe solo 700 mila.
Ex Ilva, martedì sciopero. Sindacati: «I cittadini manifestino con noi»
L'invito di Fiom, Fim e Uilm: «Questo territorio non può permettersi di perdere la siderurgia»
«Per quanto riguarda l’ex Ilva dopo l’ingresso di Invitalia in Arcelor Mittal e la conseguente trasformazione in Acciaierie d’Italia non è cambiato nulla: si è continuato con il ricorso indiscriminato alla cassa integrazione mentre il mercato registra una crescita da record. Dal 2012 a oggi si sono susseguiti 7 governi, 7 presidenti del Consiglio, 7 ministri dello Sviluppo economico e 13 decreti Salva Ilva. Ma oggi la situazione è drammatica, con mancanza di prospettiva industriale e carenza di sicurezza negli stabilimenti. Ci aspettiamo che il governo passi dalle parole ai fatti», ha dichiarato Rocco Palombella, segretario generale Uilm.