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Al teatro di Novi Ligure una sala dedicata alla primaria compagnia marionettistica e spettacoli con Alessandra Zoccarato
NOVI LIGURE — Domani mattina sarà un altro momento importante nell’ambito delle celebrazioni per la riapertura del teatro Marenco, dopo più di settant’anni di silenzio. Alle 10.30 infatti verrà inaugurata l’esposizione della collezione privata di 29 marionette Pallavicini donate alla città di Novi Ligure dalla famiglia.
Durante la giornata, dedicata al racconto della storia della Compagnia Marionettistica Pallavicini, nell’ambito del programma di visite guidate, Francesca Zoccarato – attrice e marionettista che svolge a livello internazionale attività di teatro di figura – si esibirà sul palco del Marenco con divertenti interventi animati.
L’allestimento delle marionette, che sarà permanente e che proporrà una circuitazione periodica dei pezzi esposti, viene proposto all’interno delle sale del “ridotto” (ex sale dell’Accademia).
Francesca Zoccarato
Raffaele Pallavicini (1874-1957) apparteneva a un’agiata famiglia dell’aristocrazia di Genova. Da sempre attratto dal teatro, calca le scene genovesi con varie compagnie di prosa per poi dedicarsi alle marionette e approdare alla compagnia di Luigi Ajmino dove sfoggia il suo timbro di voce formidabile e potente. La Primaria Compagnia Pallavicini nasce ufficialmente nel 1899 quando Raffaele sposa la bella e talentuosa Clotilde e il “Gigiu” si ritira dalle scene, lasciando la sua attività alla figlia e al genero. Inizia così una delle più importanti storie del teatro di figura del nostro Paese. Si pensi che alla fine dell’Ottocento ci sono oltre 400 imprese teatrali di marionette e burattini in Italia e la Pallavicini è una di queste.
La vita della marionetta non dipende solo dall’abilità delle mani di chi la muove, ma anche e soprattutto dalla sua capacità vocale. Giunto all’apice del successo, Raffaele Pallavicini è in grado di trasformare il timbro e la potenza della sua voce a seconda dei personaggi, moltiplicandola fino a recitare con dodici voci diverse.
A differenza del burattino, che compare in scena solo con la testa e le braccia, la marionetta è una figura umana in miniatura, un corpo intero e proporzionato dotato di arti snodabili che può essere vestito a piacimento. La cura richiesta nella costruzione, la ricchezza dei costumi e degli accessori che la distinguono, corrispondono al carattere nobile e religioso dei ruoli che la marionetta tradizionalmente impersona, ponendosi in netto contrasto con il carattere popolare del burattino.
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Baciccia è la marionetta iconica dei Pallavicini. La figura di Baciccia con i suoi calzoni grigi, la giacca e il camiciotto arabescato, con la cravatta rossa non appartiene alle maschere del teatro dell’arte, ma è una macchietta che ritrae il popolano genovese imborghesito e bonaccione. Sempre pronto a sfamarsi con un piatto di tagliatelle al pesto, Baciccia è il piccolo che vince sul grande e, parlando in dialetto, si fa portavoce delle aspirazioni e dei valori degli spettatori che in lui si riconoscono.
La marionetta che sarà in mostra al teatro Marenco è solo una copia della figura animata dai Pallavicini: l’originale è stata sepolta insieme a Gino nella tomba di famiglia a Cassano Spinola nel 1968.
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