Raccolta firme: “Ti chiediamo scusa per non aver capito la tua disperazione, il paese è con te”
Il processo contro Agostina Barbieri è iniziato questa mattina: l'11 luglio 2021 uccise il marito
ALESSANDRIA – Per Agostina Barbieri, 60 anni di Borghetto Borbera – la donna che domenica 11 luglio 2021 ha ucciso «temendo per la propria incolumità e quella del figlio» il marito 64enne Luciano Giacobone – si sono aperte le porte della Corte d’Assise di Alessandria.
Il processo è iniziato questa mattina. L’accusa è rappresentata dal procuratore capo Enrico Cieri, mentre la difesa è affidata agli avvocati Lorenzo Repetti e Silvia Nativi. I legali hanno chiesto alla Corte la misura dei domiciliari in una struttura nella zona di Voghera. I giudici si sono riservati di decidere.
Si tornerà in aula il prossimo 7 marzo giorno in cui verranno sentiti il figlio e la nipote della coppia, un consulente e l’imputata che ha seguito l’udienza in collegamento dal carcere di Torino.
Intanto, il paese si stringe attorno ad Agostina Barbieri con una raccolta di oltre 300 firme.
“Questa raccolta firme vuole essere solo un piccolo gesto di solidarietà per te, cara Tina. Nel farlo, ti chiediamo scusa per non aver capito prima fino a che punto era arrivata la tua disperazione. Comunque vada il processo, vogliamo farti sapere che tutto il paese è con te, con Rina e Andrea”.
Le vessazioni
L’accusa ha contestato all’imputata due aggravanti: l’aver commesso il fatto contro il coniuge e aver usato sostanze venefiche e comunque insidiose. Non si ipotizza la premeditazione.
Agostina Barbieri ha somministrato al marito una boccetta di sonnifero e poi l’ha strangolato con un laccio da scarpe.
Quell’atto estremo, violento, sarebbe stato l’epilogo di un rapporto scandito dalle vessazioni, peggiorato dalla primavera del 2021. Così, quel giorno, nel tardo pomeriggio, la donna ha ucciso suo marito. Subito dopo ha chiamato il figlio, che è tornato immediatamente a casa. Quindi i Carabinieri.
Un dramma familiare
Un dramma famigliare culminato in un gesto estremo, secondo il racconto della 60enne, dopo le violenze dell’uomo acuite dalle settimane dopo Pasqua contro di lei e il loro figlio di 29 anni.
Agostina Barbieri si era – da subito – assunta tutta la responsabilità del gesto. Ha spiegato ai Carabinieri la sua situazione, compreso il fatto che stava cercando l’aiuto di uno specialista che potesse risolvere le sue sofferenze ma soprattutto le tensioni del marito.
Una possibilità che non si era ancora concretizzata e quella domenica ha messo in atto quell’azione drammatica.
Le indagini
Le indagini dei militari e della procura, anche su indicazione della difesa, hanno permesso di ricostruire – avevano spiegato i legali – un quadro familiare di continue vessazioni e condotte maltrattanti nei confronti della donna e del figlio che hanno portato a quel tragico gesto.
«In questo contesto – aveva spiegato la difesa a dicembre – riteniamo doveroso chiedere di sostituire la misura restrittiva del carcere con i domiciliari non appena la struttura da noi interpellata darà la disponibilità ad ospitare la donna».
La richiesta è stata formalizzata questa mattina, sarà la Corte a decidere.
La Barbieri e Giacobone stavano insieme da 45 anni ed erano sposati dal 1990.