Rifiuti, Legambiente premia la val Lemme e boccia l'inceneritore
Per l'associazione ecologista è «insensata» l'ipotesi di un termovalorizzatore nel novese: «Arriverebbe fuori tempo massimo»
Gli esponenti di Legambiente e i comitati presenti all'audizione della commissione Ambiente del consiglio regionale
NOVI LIGURE — «Siamo preoccupati per l’incremento del numero di impianti di trattamento dei rifiuti in Piemonte e per l’ipotesi di nuovi inceneritori. Chiediamo che su questo tema si effettui una pianificazione regionale, attraverso la definizione di un nuovo piano regionale sui rifiuti, considerando i bisogni reali dei territori, senza lasciare all’imprenditoria privata la programmazione degli impianti». Così le associazioni ambientaliste, convocate per l’audizione sui nuovi termovalorizzatori di rifiuti, svolta alla commissione Ambiente del consiglio regionale.
All’audizione hanno partecipato diverse associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente di Ovada e della val Lemme e il Comitato torrente Orba. Le associazioni hanno manifestato contrarietà in merito all’ipotesi di realizzazione di un termovalorizzatore a Novi Ligure che era stato annunciato dall’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati.
«È necessario che sia seguito l’iter corretto, ovvero che sia la pianificazione regionale a valutare le effettive necessità impiantistiche», ha detto Daniele Gamba di Legambiente, sottolineando come l’attuale Piano regionale di gestione dei rifiuti non preveda la realizzazione di ulteriori impianti di incenerimento.
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Inoltre, le associazioni ambientaliste hanno precisato che il Piemonte dovrebbe soprattutto agire sulla riduzione nella produzione di rifiuti, mentre gli obiettivi di raccolta differenziata fissati dal legislatore dal 2012 non sono mai stati raggiunti nella nostra regione.
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Da Piero Mandarino – attivista di Legambiente Val Lemme – sono state espresse forti perplessità circa l’ipotesi di realizzazione di un inceneritore a Novi, fra i torrenti Orba e Scrivia, che dovrebbe servire anche per il trattamento dei rifiuti della Liguria.
Piero Mandarino
La città di Novi era stata indicata a luglio scorso dall’assessore Marnati, secondo cui la maggioranza dei novesi si era espressa favorevolmente con un sondaggio, che all’epoca nessuno conosceva. Si è poi chiarito che il sondaggio a cui l’assessore regionale faceva riferimento era quello sulla soddisfazione dei clienti del gruppo Acos, al cui interno era contenuta una domanda sul termovalorizzatore dei rifiuti, giudicato favorevolmente dal 64 per cento degli intervistati.
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Il centrodestra in città è sostanzialmente schierato per il sì all’inceneritore. Fin dal suo insediamento il sindaco Gian Paolo Cabella lo ha considerato «un’ipotesi da non scartare». E ancora a settembre la maggioranza ha votato compatta contro un ordine del giorno presentato da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle per dire no al termovalorizzatore.
«Siamo contrari a ogni ipotesi di implementazione di nuovi impianti di incenerimento su tutto il territorio piemontese – ha detto il consigliere regionale Giorgio Bertola (Movimento 4 Ottobre) – Lo abbiamo ribadito durante l’audizione delle associazioni ambientaliste che hanno espresso tutte le loro perplessità su un modello superato. Siamo al loro fianco nel chiedere il raggiungimento degli obiettivi regionali nella gestione dei rifiuti e il rispetto del vigente Piano Rifiuti, che non prevede la costruzione di nuovi impianti. Le ipotesi paventate dall’assessore Marnati ci spaventano: non vogliamo vedere bruciare rifiuti né a Novi Ligure, né a Cavaglià né altrove».
Giorgio Bertola