Peste suina, due anni per eradicarla. Altri dubbi sulla maxi rete
Nella migliore della ipotesi ne saremo fuori nell'autunno 2023. I casi ora sono 60. Svuotati il 90% degli allevamenti di…
Ottimismo dopo l'incontro in prefettura. Novità già la prossima settimana?
ALESSANDRIA — Dovrebbe arrivare la prossima settimana la nota ministeriale con le nuove indicazioni riguardanti le attività vietate nelle zone interessate dal fenomeno della peste suina africana.
Se tutto andrà come prospettato nella riunione svoltasi venerdì 11 in prefettura, le misure verranno allentate. «Ma la priorità è sconfiggere il morbo» spiega Angelo Ferrari, commissario straordinario nominato dal Governo per gestire il “flagello” che ha cominciato ad abbattersi sull’Alessandrino a gennaio, quando sono state rinvenute, nella zona appenninica, le prime carcasse di cinghiale infette (ora siamo a una sessantina).
Peste suina, due anni per eradicarla. Altri dubbi sulla maxi rete
Nella migliore della ipotesi ne saremo fuori nell'autunno 2023. I casi ora sono 60. Svuotati il 90% degli allevamenti di…
«Noi seguiamo le indicazioni che ci vengono date dall’Unità di crisi e dal Comitato scientifico – dice Ferrari – Certo è che all’incontro in prefettura, a cui hanno partecipato anche tecnici del Ministero, è stato detto che si terrà conto del dissenso. Abbiamo tutti percepito il grido di dolore che si alza da quelle aree che si stanno confrontando con la peste suina che ha tra gli effetti quello di incidere pesantemente sul molte attività economiche».
Berutti: "Peste suina, ok il commissario. Ma servono più risorse"
Secondo il senatore "l’obiettivo imminente è raccogliere le varie istanze che giungono dal territorio"
Tra le misure che verranno adottate, sembra esclusa la recinzione di 230 km, originariamente prospettata. Probabile, a breve, la riduzione del numero dei cinghiali. «Ovunque – conclude Ferrari – lavoreremo d’intesa con le autorità locali. In generale, vedo grande interesse attorno a questo problema ed è apprezzabile quanto si sta facendo sul territorio».
Tra le iniziative, quelle del comitato ‘Fuori di peste’ che ha presentato un Protocollo di comportamento chiedendo, tra l’altro, «la liberalizzazione della fruizione territoriale al di fuori della nuova zona infetta».