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    «Benedicta,
    Generic, Home, Società
    Elio Defrani  
    11 Aprile 2022
    ore
    06:30 Logo Newsguard
    bosio

    «Benedicta, oggi più che mai la memoria diventa un dovere»

    La commemorazione dell'eccidio nazifascista contrassegnata dai parallelismi con i crimini perpetrati in Ucraina

    CAPANNE DI MARCAROLO (BOSIO) — Ieri la spianata della Benedicta è tornata a riempirsi di persone e di colori. Il verde, il bianco e il rosso della bandiera italiana, il blu e il giallo di quella ucraina, e l’arcobaleno della pace a unirle in un abbraccio: dopo due anni di celebrazioni via web a causa della pandemia, stamane centinaia di persone si sono date appuntamento a Capanne di Marcarolo, nel cuore dell’Appennino ligure piemontese, dove nell’aprile del 1944 si consumò uno dei più gravi eccidi nazifascisti della guerra di Liberazione.

    Dal palco, il “padrone di casa”, il sindaco di Bosio Stefano Persano, ha ringraziato i colleghi arrivati da tutta la provincia di Alessandria e di Genova: «Così tante fasce tricolori le avevo viste solamente nel 2003, quando era stato qui il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi».

    Le orazioni che si sono susseguite nel corso della mattinata sono state dominate dal tema del conflitto in Ucraina. «Una tragedia che oggi osserviamo da lontano, per paura o per quieto vivere – ha detto don Stefano Tessaglia durante la sua omelia – Ma i ragazzi che sono morti qui progettavano un mondo migliore e avevano capito che vale la pena di lottare per il bene».

    «Benedicta, oggi più che mai la memoria diventa un dovere»

    Benedicta, le foto della commemorazione

    CAPANNE DI MARCAROLO (BOSIO) — Dopo due anni di stop imposto dalla pandemia, alla Benedicta è tornata in presenza la…

    Il presidente della Provincia Enrico Bussalino ha parlato senza mezzi termini di una «invasione da parte di uno Stato autocratico ai danni di una giovane democrazia», mentre il presidente dell’associazione Memoria della Benedicta, Daniele Borioli, ha detto che un cessate il fuoco è auspicabile, ma deve arrivare innanzi tutto «da chi quel fuoco l’ha appiccato».

    Il vicepresidente del consiglio regionale del Piemonte, Daniele Valle, ha fatto sue le parole di Sergio Mattarella sul 25 Aprile: «Resistere non vuol dire solo combattere, ma anche curare, accogliere, testimoniare, preparare il tempo della libertà per tutti. Resistere è anzitutto un’assunzione di responsabilità personale». Persano ha ricordato Mario e Giuseppe Merlo, i fratelli partigiani scomparsi sul finire del 2021: «Mi hanno insegnato tante cose, ma ne ho capita solo una: la pace».

    L’orazione ufficiale della manifestazione è stata tenuta dalla senatrice Albertina Soliani, presidente dell’istituto Alcide Cervi e vicepresidente nazionale dell’Anpi, l’associazione dei partigiani italiani. «Questa terra conserverà per sempre traccia di quanto accaduto qui – ha detto – Ora che la guerra è tornata a falcidiare il cuore dell’Europa, la Benedicta è una bussola che ci indica dove indirizzare i nostri passi per costruire il futuro. Con l’aggressione della Russia all’Ucraina sono stati calpestati i diritti fondamentali dell’uomo. La storia del Novecento ci ha insegnato i nomi di luoghi diventati tristemente famosi. Pensavamo che fosse finita lì. Oggi invece ne dobbiamo imparare altri: Bucha, Mariupol, Makariv…»

    «Benedicta, oggi più che mai la memoria diventa un dovere»

    Eccidio della Benedicta, la celebrazione torna in presenza

    Dopo due anni di stop imposto dalla pandemia. Orazione ufficiale affidata ad Albertina Soliani

    La manifestazione si è svolta a pochi passi dal Centro di documentazione della Benedicta, l’edificio il cui cantiere è stato aperto ormai oltre dieci anni fa. Il sindaco Persano ha promesso che sarà completato «in breve tempo»: «Sono arrivati i soldi, vi prometto che lo finiremo». Il primo cittadino di Bosio ha fatto autocritica, sebbene le responsabilità siano in realtà ben più ampie: «Sono il padrone di casa e la gente fa bene a sputare addosso a me – ha detto dal palco – Se fossero ancora vivi i partigiani ci fucilerebbero».

    Persano ha approfittato della presenza di tanti rappresentanti delle istituzioni anche per chiedere «rapide soluzioni alla peste suina», che sta danneggiando l’economia dei paesi appenninici. «Stiamo facendo il massimo per “liberare” i nostri sentieri, il divieto di abbandonare le strade asfaltate è assurdo e queste restrizioni troppo rigide vanno eliminate senza ritardo».

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