Addio a Franca Frascolino, infermiera generosa e amica sincera
Si è spenta a 75 anni all'ospedale San Giacomo di Novi Ligure, lo stesso dove era stata caposala per tre decenni
NOVI LIGURE — Riceviamo e pubblichiamo dai famigliari di Franca Frascolino:
Lunedì 6 giugno, al mattino, è mancata all’ospedale San Giacomo di Novi Ligure, dove aveva lavorato per più di trent’anni, Franca Frascolino. Aveva settantacinque anni, e l’ha rapita a noi una forma tumorale incurabile, scoperta poco più di tre anni fa e progressivamente aggravatasi, fino a renderla piccola piccola, come uno scricciolo. Prima di questa estenuata magrezza, Franca era stata invece cicciottella e allegra, e molti ricorderanno il suo sorriso dagli incisivi un po’ divaricati, pronto e generoso, spesso accompagnato da una risata tutta speciale.
Molti altri ricorderanno la sua personalità vivace e combattiva, il suo carattere gentile ma sorprendentemente tenace, i suoi modi a volte bruschi, i suoi ordini, il suo fare pragmatico e sempre costruttivo. Al San Giacomo, dove era arrivata a ventitré anni nel 1969, era stata per trent’anni la mitica caposala della sala operatoria. Prima, negli anni Settanta, aveva lavorato sotto l’egida del professor Macconi, poi del professor Podestà negli anni Ottanta, infine del professor Stabilini. Solo negli ultimi anni di servizio, prima del pensionamento nel 2002, aveva abbandonato il suo regno impeccabile di bisturi, forbici e aghi, trasferita in altro reparto a causa di un infortunio sul lavoro, che le aveva provocato una complicata frattura del gomito.
Appassionata di viaggi, malata di un dolce mal d’Africa – memorabili i suoi ricordi del Kenya, del cratere del Ngorongoro, prima della scoperta più recente delle amatissime isole di Capo Verde – Franca era, nella sua semplicità, un autentico spirito libero. Era coraggiosa e curiosa, le piaceva scoprire cose nuove e assaggiare cibi mai assaggiati prima; non aveva nessuna venerazione provinciale per il luogo d’origine, anche se qui, a Novi, aveva radici incrollabili di affetto, di amicizia e di parentela. Invitava sempre gli altri a esplorare e a scoprire, senza paura, anche se poi controllava cento volte di aver chiuso il gas prima di uscire, e in macchina e in barca temeva sempre che mancasse la benzina. Con noi di famiglia era generosa di una generosità infinita, inesauribile, che ci avrebbe commossi ancor di più se non fosse stata tanto spontanea e naturale da apparire a volte scontata – e aver dato talvolta per scontata la sua splendida bontà è stata forse una colpa di coloro che l’hanno conosciuta meglio e più da vicino.
La ricordiamo ora con un affetto luminoso e immutato, reso ancora più profondo dalla coscienza dolorosa della sua perdita. Se la sua assenza è incolmabile, la memoria delle moltissime persone che l’hanno conosciuta è di conforto e di consolazione. Sapere che tanti, conoscendola per poco o molto tempo, le hanno voluto bene (con la stessa naturalezza con la quale lei voleva bene agli altri) riempie di gioia la nostra sofferenza, e di presenza viva quell’incommensurabile assenza. Per questo siamo grati a tutti coloro che hanno preso parte alle funzioni, hanno inviato messaggi, fiori e fotografie, hanno intrapreso viaggi e preso contatti per trasmettere a Franca un ultimo saluto.
Per tanti infermiera capace e professionale, per molti amica fedele e sincera, per noi moglie, sorella e zia amatissima, ci mancherà più di quanto le parole non possano descrivere. Ma la sua vita affabile e altruista, incapace di mettere al centro l’io, sempre tesa verso il tu e verso l’altro, sopravvivrà tenace nella memoria. Carissima Franca, ti vogliamo bene.
Bruno Manservisi
Luciana Frascolino
Marco Signori