L'opposizione riscrive il bilancio (e ha i numeri per farlo)
A Novi Ligure presentati cinque emendamenti che cambiano l'impianto del documento di programmazione
Dolcino torna a chiedere le dimissioni di Bertoli. Intanto il governo concede una proroga di un mese. Ma a Cabella manca sempre un voto
NOVI LIGURE — Proroga in extremis per l’approvazione del bilancio di previsione comunale. Martedì sera il Governo ha dato il via libera a un ulteriore rinvio (ce ne sono già stati due), che sposta il termine per varare il bilancio al 31 luglio. Slittano di conseguenza anche i termini per approvare le nuove tariffe e aliquote di tassa rifiuti, Imu e addizionale Irpef.
Al di là del fatto che pare paradossale approvare il bilancio di previsione quando l’anno è trascorso per più di metà, anche il Comune di Novi Ligure potrebbe approfittare della decisione del Governo per prendersi un po’ di tempo in più. La riunione del consiglio comunale convocata per approvare il bilancio e i documenti collegati è in programma per oggi, vale a dire nell’ultimo giorno utile (prima che intervenisse la proroga). A questo punto non è escluso che l’assessore al Bilancio Edoardo Moncalvo scelga di rimettere mano alle delibere da sottoporre all’attenzione dei consiglieri.
L'opposizione riscrive il bilancio (e ha i numeri per farlo)
A Novi Ligure presentati cinque emendamenti che cambiano l'impianto del documento di programmazione
Anche perché l’opposizione ha fortemente criticato l’impostazione del bilancio, il cui iter, peraltro, «è partito con quasi 6 mesi di ritardo», ha detto il capogruppo dei Democratici Simone Tedeschi.
Marco Bertoli, che con il suo gruppo Solo Novi rappresenta un po’ l’ago della bilancia tra maggioranza e opposizione, ha già detto nelle scorse settimane che da parte sua e dei consiglieri Francesco Bonvini e Cristina Sabbadin arriverà il semaforo verde.
Questo non ha impedito a Pino Dolcino, ex assessore comunale leghista e oggi nel consiglio di amministrazione di Acos Energia, di scagliarsi contro gli ex compagni di partito. Senza nominarli direttamente, Dolcino accusa i fuoriusciti della Lega di essere «traditori»: «Se non si riconoscono più nel programma che avevano accettato c’è solo un’alternativa, dare le dimissioni». «Ma per dare le dimissioni ci vogliono le palle – dice ancora Dolcino – Altri non le hanno e stanno in consiglio comunale solo per ricattare, e per interessi che non sono dei cittadini. Basta a questa farsa ridicola».
Ormai però il sindaco Gian Paolo Cabella non ha più una maggioranza, potendo contare solo su 8 voti, contro i 9 dell’opposizione. Non è quindi escluso che, dopo l’approvazione del bilancio, la «farsa ridicola» si concluda con le elezioni anticipate.